Esteri

Trump alza i toni contro Putin, invia armi in Ucraina e annuncia novità da lunedì

Da lunedì cosa accadrà? Cosa dirà il presidente Usa su Russia e Ucraina? Intanto sono riprese le armi all’Ucraina e si parla ormai di sanzioni alla Russia: Donald Trump insomma sembra pronto ad una svolta contro Vladimir Putin, dopo aver tentato inutilmente per quasi sei mesi di convincerlo a trattare la pace con Kiev. L’attenzione è puntata su lunedì, giorno in cui il presidente americano ha promesso di fare un “importante annuncio sulla Russia”, dopo essersi sentito “deluso” dallo zar. “Vedrete cosa succederà”, ha detto con tono minaccioso ai reporter che gli chiedevano dei droni russi su un ospedale per la maternità a Kharkiv, prima della sua visita alle zone colpite dalle alluvioni in Texas. Mentre la guerra prosegue senza sosta.

Qualcosa si sta già muovendo. Il commander in chief ha annunciato alla Nbc di aver raggiunto un accordo con la Nato in base al quale gli Stati Uniti invieranno armi all’Ucraina tramite l’Alleanza: e la Nato pagherà tali armi “al cento per cento”, assicura. Sono previsti anche i Patriot. Secondo la Reuters, Trump invierà armi a Kiev, per la prima volta dal suo ritorno in carica, utilizzando un potere presidenziale frequentemente utilizzato dal suo predecessore, Joe Biden. Il team del presidente sceglierà gli armamenti da spedire in Ucraina dalle scorte statunitensi in base alla Presidential Drawdown Authority. Il pacchetto potrebbe valere circa 300 milioni di dollari e, oltre ai Patriot, potrebbe includere razzi offensivi a medio raggio. Finora, l’amministrazione Trump aveva inviato forniture belliche a Kiev solo in base alle precedenti autorizzazioni date da Biden. La Presidential Drawdown Authority consente al presidente di attingere dalle scorte di armi per aiutare gli alleati in caso di emergenza. Una bella svolta dopo che il capo del Pentagono, Pete Hegseth, aveva bloccato gli aiuti militari a Kiev senza neppure informare il commander in chief, costringendolo quasi a scusarsi con Volodymyr Zelensky.

Per esercitare pressione sul Cremlino, The Donald è pronto a usare anche un disegno di legge bipartisan, sponsorizzato dal senatore repubblicano Lindsey Graham e dal collega democratico Richard Blumenthal. Il provvedimento, che dovrebbe essere votato entro fine mese, prevede una tariffa del 500% sulle merci importate da Paesi che continuano ad acquistare petrolio, gas, uranio e altre merci russe, colpendo nazioni come Cina e India, che rappresentano circa il 70% del commercio energetico russo e finanziano gran parte del suo sforzo bellico. In pratica si tratta di una sorta di sanzioni secondarie, molto temute da Mosca perché rischiano di minare l’appoggio dei suoi principali alleati. Trump ha preteso una modifica per firmare la legge, ossia riservare solo al presidente – e non al Congresso – la decisione se usarla o meno, restando così l’unico arbitro della partita. “Ci stiamo concentrando sulla sua clientela (di Putin). Ed è questo che, credo, rende gli europei più soddisfatti”, ha commentato Graham.

“Questa non è solo una sorta di continuazione della nostra strategia attuale. È una vera svolta perché dice a Putin: ‘Ti colpiremo proprio dove fa male'”, gli ha fatto eco Blumenthal. Significativo anche il coordinamento Usa con gli europei. I due senatori hanno informato da Roma, a margine della conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, la riunione della coalizione dei Volenterosi, gli oltre 30 Paesi pronti a inviare truppe per mantenere la pace in Ucraina dopo la cessazione delle ostilità.

A loro si è unito l’inviato Usa per l’Ucraina Keith Kellogg, che ha annunciato la sua presenza a Kiev per una settimana, da lunedì prossimo. Il Cremlino ha intanto reagito alle iniziative europee, definendo “inaccettabile” l’ipotesi di un contingente europeo in Ucraina e accusando i Paesi del Vecchio continente, col loro sostegno finanziario, di voler incoraggiare Kiev a “continuare la guerra ad ogni costo, quella che chiamiamo una guerra fino all’ultimo ucraino”.

Da vedere se e come inciderà sulle mosse di Trump la “nuova idea” sull’Ucraina che il segretario di Stato Marco Rubio ha detto di aver ricevuto dal ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov nel loro incontro in Malesia. Il capo della diplomazia russa, pur affermando di avere riconfermato la posizione di Mosca sull’Ucraina nel colloquio avuto ieri con Rubio, non ha smentito di avere illustrato una “nuova idea”. Ma, a chi gli chiedeva in cosa consista, ha risposto: “Non ve lo dirò, non vogliamo fare una piccola sorpresa?”, ha detto, usando la stessa frase pronunciata dal presidente Usa a proposito della possibilità che dia il via libera a nuove sanzioni contro Mosca.

 

(Fonte Ansa)