Cronaca

“Vostra madre dopo il vaccino è radioattiva”, assolto l’ex marito che ha comunque perso responsabilità genitoriale sui figli

Papà no vax a processo: «Mise i figli contro la madre: dopo il vaccino è radioattiva». Ma è stato assolto.Erano stati raccontati maltrattamenti psicologici ai danni dei due figli minorenni, per i quali l’uomo ha comunque perso la responsabilità genitoriale e ha il divieto di avvicinamento. Il pubblico ministero Letizia Ruggeri aveva chiesto che venisse condannato a 3 anni, riconoscendogli un vizio parziale di mente. Mentre i suoi avvocati difensori l’assoluzione. Il collegio di giudici composto da Patrizia Ingrascì (presidente), a latere Laura Garufi e Francesca Mazza, ha accolto quest’ultima richiesta. È stato assolto perché il fatto non costituisce reato un padre (il nome è omesso a tutela dei due figli minorenni), di 49 anni, imputato di maltrattamenti nei confronti dei suoi figli, entrambi minorenni. Maltrattamenti non fisici, ma di natura psicologica: nel 2022 l’uomo era già stato prosciolto dal gup «perché il fatto non sussiste» e un perito ne riconobbe la parziale incapacità di intendere e volere; ma su ricorso del pubblico ministero la Corte d’Appello lo aveva mandato a processo.

L’accusa è che l’imputato davanti a loro sostenesse di essere «colui che è eterna essenza incarnata» e di possedere la «verità assoluta»; di averli indotti a non assumere farmaci, o antibiotici, e di prendere invece ciò che chiamava «acqua asea». Lo stesso dicasi per i vaccini: si rifiutava di dare il consenso e quando l’ex moglie si era vaccinata contro il Covid aveva convinto i figli, che all’epoca avevano 13 e 10 anni, a non avvicinarsi alla mamma per almeno 40 giorni, perché sosteneva che lei fosse diventata radioattiva. E si era opposto al fatto che frequentassero le lezioni scolastiche (persero un anno per le assenze), sosteneva che l’obbligo d’indossare la mascherina facesse loro del male. Sostanzialmente, li aveva indottrinati al puto di ripetere il suo pensiero, mettendoli contro l’ex moglie. Anche con telefonate ed sms, da cancellare dopo averli letti, in cui impartiva loro indicazioni: dal rifiutarsi di sedere con le a tavola, al rovesciarle a letto secchi d’acqua, fino al distribuire in paese volantini in cui chiedevano aiuto per sedicenti maltrattamenti della madre. Difeso dagli avvocati Paolo Sorlini e Paola Suglia, a margine di un’udienza (il processo era a porte chiuse per consentirne il regolare svolgimento) l’imputato aveva fatto intendere che la sua versione fosse diversa da quella riferita in aula dall’ex moglie.

«Nel 2016 mio marito (la coppia è separata dal 2017 ndr) andò alla fiera dell’Oriente a Milano, tornò sostenendo che una persona gli avesse detto che aveva un’aurea, un segno da veggente. Si è paragonato a Matrix, quello del film», aveva riferito la donna, che da qualche mese è tornata nuovamente a vivere con i due figli. Alla domanda fatta da pm e avvocato di parte civile, se l’ex marito facesse parte di una setta, la donna aveva risposto di sì: «Raggio di luce attiva e Tribunale popolare terra lombarda».
I ragazzini si sono costituiti entrambi parti civili, l’avvocato Francesca Longhi ha chiesto che venisse riconosciuto loro un risarcimento di circa 300 mila euro: oltre ai danni morali, teneva conto dei 3 anni che i ragazzini avevano trascorso in due comunità distinte prima di riappacificarsi con la madre (il padre ha perso la responsabilità genitoriale e deve rispettare il divieto di avvicinamento nei loro confronti). (Fonte Corriere della Sera)