Uccide il cognato a calci e pugni, arrestato per omicidio, aveva il braccialetto elettronico
Uccide il cognato a calci e pugni, indossava il braccialetto elettronico. L’uomo era accusato di stalking nei confronti della sorella della vittima. Quella che sembrava una banale lite in famiglia è finita in tragedia ieri sera a Fabrica di Roma, paesino sui monti Cimini del Viterbese, dove Ene Dumitri Daniel, un 30enne di origini romene ha ucciso a calci e pugni il 47enne Crisan Valentin Ionut, suo cognato e connazionale. Il presunto assassino, con precedenti per droga, lesioni e furto, recentemente era stato sottoposto alla misura di allontanamento dalla compagna che, era tra l’altro, la sorella della vittima. Una misura che, date le accuse di maltrattamenti in famiglia mosse dalla donna, era stata inasprita anche dall’applicazione del braccialetto elettronico di controllo.
Ma recentemente la coppia a causa della nascita di un figlio stava tentando la via della riappacificazione, ed è proprio a casa dei due che ieri sera tutto è cominciato intorno alle 23 in occasione di una festicciola che era stata fatta per la famiglia di nuovo riunita. Ma tra i due cognati che erano lì insieme alle sorelle e al padre di Crisan, improvvisamente qualcosa succede, e scatta la scintilla di una lite, innescata forse proprio a causa della donna che è legata ad entrambi. La discussione tra i due rapidamente degenera in una rissa selvaggia a suon di calci, pugni e colpi sferrati con oggetti contundenti, in cui ha la peggio Crisan, che, in quel frangente riesce anche a mandare alla moglie un messaggio chiedendogli di venire a prenderlo per portarlo in ospedale.
Nel frattempo, la situazione precipita ulteriormente e nel disperato tentativo di salvare il salvabile, una delle donne presenti carica in auto la vittima per correre verso l’ospedale di Civita Castellana. Il viaggio della speranza, però, si interrompe bruscamente in via Roma, dove Crisan accusa un malore improvviso, scende dalla macchina e si accascia a terra, morendo poco dopo. All’arrivo del 118, per lui non c’era più nulla da fare. Poco dopo i carabinieri di Fabrica trovano a poca distanza Ene Dumitri Daniel anch’esso ferito, e lo portano in caserma dove in nottata viene ascoltato dalla Pm Paola Conti della Procura di Viterbo, che ha aperto un fascicolo per omicidio su cui viene inscritto il fermato.
Dumitri dovrà comparire davanti al Gip per la convalida dell’arresto. Ora si attende l’esito dell’autopsia, infatti un primo esame esterno non ha rivelato ferite visibili tali da giustificare il decesso, e forse sarà l’esame a chiarire se a uccidere Crisan sia stato un trauma interno derivante da un colpo invisibile ma fatale. Nel frattempo, un intero paese si è fermato per stringersi alla moglie e alla figlioletta di Crisan, che era benvoluto da tutti. “Era un lavoratore e una brava persona – ha raccontato all’ANSA un residente di Fabrica -. Era amato da tutti in paese, e il responsabile della sua morte deve essere punito duramente. Mancherà a tutto il paese”.
(Fonte Ansa)