Si cosparge di benzina col figlio di 4 anni in braccio e minaccia di dare fuoco a entrambi, non accettava il divorzio con la moglie
“Se vi avvicinate, do fuoco a me e a mio figlio”. Torino, Mirafiori, un uomo disperato, una madre ferita, un bambino di 4 anni stretto in un incubo. Il grido disperato di un uomo e la minaccia rivolta alla mogie che gela il sangue: «Non voglio separarmi da te. Se vi avvicinate, ci do fuoco». È successo a Mirafiori, martedì sera, in un cortile di case popolari. Daniel (nome di fantasia), 26 anni, muratore, si è cosparso di benzina e ha preso in braccio il figlio di 4 anni. Nell’altra mano, un accendino. Con quell’oggetto, voleva chiudere tutto: la relazione finita, il dolore, la gelosia, la sua stessa vita. E portarsi via anche quella del figlio.
Come riporta il Corriere della Sera, tutto è iniziato mesi fa, con la separazione da Gabriella (altro nome di fantasia), 38 anni, madre di due figli e lavoratrice in un’impresa di pulizie. Daniel non ha mai accettato la fine della loro relazione, soprattutto da quando ha scoperto che lei frequentava un altro uomo. Da allora è diventato ossessivo, violento. Ha sfondato a calci la porta di casa, ha affrontato il nuovo compagno della donna, l’ha minacciata, aggredita. Domenica scorsa si è presentato alle 4 del mattino sul ballatoio dell’appartamento, urlando, insultando, minacciando di buttarsi di sotto.
Fermato più volte dalle forze dell’ordine, è sempre tornato. L’ultima escalation martedì sera: dopo una sosta al distributore, ha gettato benzina sul furgone del “rivale”, poi ha tentato di colpire anche Gabriella. Infine è salito in casa, ha preso il figlio piccolo, è sceso in cortile e si è versato addosso la benzina. «La vita non ha più senso», continuava a ripetere mentre stringeva l’accendino in mano. I carabinieri, mantenendo la distanza, tentavano una mediazione. Ma è stata Gabriella, con un gesto di coraggio, a far cadere l’accendino e mettere fine all’incubo.
L’uomo è stato arrestato. Gabriella ha raccontato tutto: mesi di violenze, inseguimenti, botte, paura. Poi è andata in ospedale, si è fatta medicare il braccio colpito con un bastone. Alle 4 del mattino era già sul posto di lavoro.
Questa non è una storia d’amore finita. È una storia di controllo, ossessione, violenza. E un bambino di quattro anni al centro dell’inferno.