Continua senza sosta la feroce crociata omotransfobica del governo Meloni contro le minoranze arcobaleno e i diritti fondamentali delle persone. Il 6 marzo scorso, il deputato leghista Sasso, arcinoto portavoce dei ProVita, supportato dal leader Matteo Salvini (che continua a fare qualsiasi cosa tranne che occuparsi del servizio dei trasporti di cui è ministro), ha presentato a Montecitorio il suo nuovo libro “Il Gender esiste – giù le mani dai nostri figli“, pamphlet contro la comunità LGBQIA+ edito da Passaggio al bosco. Con l’occasione ne ha approfittato per illustrare l’ultima proposta di legge della Lega, a sua prima firma, sul consenso informato e altre restrizioni alla fantomatica propaganda gender, quattro diversi provvedimenti che nascono, spiega il deputato, “dall’esigenza di fornire un quadro di riferimento certo e adeguato agli operatori scolastici”.
Il primo punto torna ancora una volta all’attacco della carriera alias, prezioso strumento di civiltà nato per tutelare la salute mentale e la dignità di centinaia di persone trans o non binary permettendo loro di poter usufruire di un’identità diversa da quella anagrafica all’interno dell’ambito scolastico. La proposta della Lega è volta a ostacolare quanto più possibile questa inestimabile espressione di progresso attraverso pericolose limitazioni che permetterebbero agli studenti di accedervi solo e soltanto dopo aver presentato un certificato che attesti ufficialmente la richiesta di rettifica del sesso presso il Servizio Sanitario Nazionale corredato, in caso di minore età, dal consenso obbligatorio dei propri genitori. Ma non solo! Come se non bastasse, una volta ricevuta la richiesta, il dirigente scolastico avrà pure la facoltà di poterla accettare o meno.
Il secondo gravissimo punto del provvedimento riguarda l’utilizzo degli spazi comuni nelle scuole di ogni ordine e grado e stabilisce che “bagni e spogliatoi restino divisi per sesso biologico” e che agli studenti non sia consentito accedere a quelli destinati al genere opposto rispetto a quello attribuito alla nascita, esattamente come previsto in ambito sportivo dato che, secondo tale legge, non sarà più possibile “partecipare a competizioni scolastiche riservate a un genere diverso da quello biologico”, così come avviene negli USA per volontà di Donald Trump e come recentemente proposto dalla parlamentare leghista Laura Ravetto in un’altra proposta simile estesa a tutte le gare nazionali.
Il terzo punto introduce il consenso informato obbligatorio delle famiglie sulle attività scolastiche legate a temi relativi alla sessualità e all’affettività in tutti gli istituti superiori e il blocco di tali progetti per elementari e medie (come ha imposto invece di recente il sindaco Gualtieri a Roma). Mentre alle fanatiche associazioni cattoliche e a esponenti del clero è consentito propagandare folli teorie oscurantiste e omofobe ovunque (l’ultimo episodio risale proprio a qualche giorno fa, quando il prete tiktoker don Mazzai è stato ospite di una conferenza senza controparte organizzata per gli alunni di alcune scuole di Vercelli in cui sono state avanzate tesi e opinioni offensive contro divorzio, aborto e coppie gay), la Lega chiede inoltre il divieto assoluto dell’insegnamento di concetti legati all’identità di genere, alla fluidità di genere e all’orientamento sessuale in qualsiasi struttura scolastica del Paese.
Nel quarto e ultimo punto della proposta di legge vi è addirittura la volontà di stabilire regole lessicali obbligatorie per tutte le comunicazioni scolastiche. Il testo stabilisce che nelle circolari, nei documenti ufficiali e in qualsiasi comunicazione tra scuole, docenti, studenti e famiglie, debbano essere utilizzati esclusivamente il genere maschile o femminile, escludendo formule neutre come lo schwa o gli asterischi nate come alternativa di civile inclusione per tutte quelle persone che faticano a riconoscersi inquadrate nel limitato binarismo di genere della nostra società.
“La maggioranza tutta è chiamata a dare un seguito alla Risoluzione approvata in Commissione Cultura della Camera a Settembre 2024, con cui si impegna il Governo a legiferare contro l’ideologia gender”, ha precisato Sasso, in riferimento alla contestatissima risoluzione approvata lo scorso anno. “La proposta della Lega è uno spunto in tal senso offerto a tutto il centrodestra e siamo disponibili a recepire le istanze di tutti gli alleati e soprattutto quelle delle mamme e dei papà, gli unici ai quali spetta il primato educativo dei propri figli. In difesa dei bambini, in difesa dei nostri figli perché l’ideologia gender esiste e va fermata“.
A seguito di ideologiche battaglie anacronistiche di puro fanatismo come questa, preceduta tra le varie dall’affossamento del ddl Zan e dalla legge che ha stabilita la gestazione per altri (Gpa) reato universale, possiamo forse stupirci del fatto che l’Italia sia scivolata in fondo alla classifica dei Paesi europei (addirittura dietro l’Ungheria di Orban) per la garanzia dei diritti delle minoranze arcobaleno? A certificarlo è stato proprio l’ultimo studio di Ilga Europe, principale organizzazione globale per la difesa dei diritti Lgbt, riconosciuta sia dalla Commissione europea sia dalle Nazioni Unite, che si è detta particolarmente preoccupata per questa inarrestabile discesa italiana dovuta a un governo che “soffoca diritti e le libertà individuali attraverso iniziative di legge, discorsi d’odio istituzionale e pressioni politiche”.
Nella relazione di 4 pagine (contro le 2 riservate a tutti gli altri Stati) spicca proprio l’apprensione per le scellerate iniziative parlamentari come quelle di Sasso e Ravetto volte a limitare concetti fondamentali quali inclusione e uguaglianza nelle scuole, le continue ingerenze politiche di associazioni catto-estremiste private attraverso loro affiliati come la ministra Roccella, la sofferenza per decine di bambini di coppie omogenitoriali a cui è stata tolta improvvisamente la tutela giuridica di un genitore dopo l’annullamento delle trascrizioni comunali, il decreto sull’immigrazione che mette nell’elenco dei cosiddetti “Paesi di origine sicura” nazioni in cui l’omosessualità è criminalizzata – Bangladesh, Egitto, Sri Lanka, Tunisia, Algeria, Marocco, Senegal, Ghana e Gambia – senza prevedere alcuna eccezione per categorie di persone a rischio, come quelle Lgbt+, ecc ecc…
Il report è stato infine letto e commentato in Parlamento Europeo dal deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, che ha giustamente denunciato un clima preoccupante e sempre più pericoloso parlando di “un quadro allarmante che evidenzia una saldatura tra i regimi illiberali e gli attacchi alla comunità Lgbtqia+. In due anni di governo, Meloni sta smantellando i diritti, alimentando paura e divisione. Un piano che mira solo a creare diseguaglianze, lasciare mano libera alla diffusione dell’odio. La Gpa reato universale, vietare la trascrizione degli atti di nascita dei figli delle coppie arcobaleno, la lotta contro la bufala costruita ad arte dell’ideologia gender, sono tutte misure che colpiscono bambini, famiglie e lavoratori, negano i diritti fondamentali e violano i principi dell’Unione Europea.”