Polvere di stelle

Vittoria Belvedere, la grazia della profondità, tra le voci dell’ultima Via Crucis di Francesco

Vittoria Belvedere

Il mio primo ricordo è “Le ragazze di Piazza di Spagna”, quando esistevano le serie tv di Rai Uno e punto. E soprattutto quando ancora si poteva pensare che la scrittura e la regia erano cose da fare bene oppure si faceva qualcos’altro.
Il mio primo ricordo è quindi legato al suo debutto come attrice, perché Vittoria Belvedere arrivava dalla moda.
Da allora, attrice di eleganza rara e intensità luminosa, Vittoria Belvedere ha attraversato il cinema, la televisione e il teatro italiani con una versatilità che le ha permesso di spaziare tra epoche, generi e linguaggi, compresa la conduzione di un Festival di Sanremo scelta da Pippo Baudo. Sole puro la sua interpretazione nei musical My Fair Lady e Tutti Insieme Appassionatamente, così come sono rimasti indimenticabili il suo sguardo (e non solo) in alcune interpretazioni tra le tante, “Il Ritorno di Sandokan”, “Rita Da Cascia”, ma anche “Nati ieri” e “Un caso di coscienza”. Sono solo quelli che ricordo io, random.
È stato il teatro a prenderla per mano quest’anno, da una quotidianità dove è “interamente” madre di tre meravigliosi figli e moglie di Vasco Valerio dal 1999.
A prenderla per mano il ruolo di Angelica in una originale versione de “Il Gattopardo” che ho creato ed è andata in scena al Teatro dei Rinnovati di Siena a cura di AidaStudioProduzioni di Elena Marazzita, con il carisma dell’attore Vincenzo Bocciarelli e la Compagnia di Danza Storica con la direzione di Nino Graziano Luca.
Subito dopo, nella Settimana Santa, c’è stata, in mondovisione, la sua lettura delle meditazioni della Via Crucis, l’ultima di Papa Francesco. Credo in molti si sia ancora una volta soffermati sull’intensità della sua voce.
In questa conversazione Vittoria ci ricorda che la bellezza più vera è quella che si riconosce come autentica.
E la ringraziamo.

Chi è oggi Vittoria Belvedere?
“Oggi mi sento una donna, una moglie e una madre con più consapevolezza. Ho sviluppato un senso più profondo di responsabilità, rispetto a qualche anno fa. Sono meno istintiva e più riflessiva: cerco sempre di dare un senso a ciò che faccio, in ogni gesto, parola e scelta”.

Quale meditazione della recente Via Crucis che ti ha avuto come voce lettrice desideri portare con te nel quotidiano?
“L’esperienza della Via Crucis mi ha profondamente toccata. Come attori siamo abituati a regalare emozioni, ma questa volta sono stata io a riceverne una così intensa da essere quasi irripetibile. Nella corsa quotidiana dimentichiamo chi siamo, chi amiamo e quanto bisogno abbiano gli altri di noi. Vorrei ricordare a tutti che sappiamo ancora amare, sappiamo essere felici e non dobbiamo avere paura della solitudine”.

Progetti recenti e futuri?
“Dopo una stagione intensa a teatro, ho deciso di prendermi una pausa per dedicarmi alla mia famiglia. Ma torno presto: nella prossima stagione sarò in scena con Indovina chi viene a cena, accanto a Cesare Bocci, per la regia di Guglielmo Ferro. Interpreto Catherine Burn in una storia sentimentale e impegnata. Dopo anni di commedie, ho voglia di affrontare una nuova sfida, diversa, più profonda”.

Com’è cambiato il mondo del cinema, teatro e TV oggi?
“C’è sicuramente più accessibilità: oggi possiamo vedere film ovunque grazie alle piattaforme, ma temo che la quantità penalizzi spesso la qualità. Il teatro, invece, è diventato più libero, inclusivo e attento ai temi sociali. Ciò che non mi piace? I budget limitati e la visibilità ridotta rispetto a cinema e TV, che invece guardo raramente”.

Un personaggio che sogni di interpretare?
“Non ho un personaggio specifico. Mi piacciono le sfide, qualunque esse siano. Sono stata fortunata: ho interpretato tanti ruoli diversi tra loro e non mi sento di desiderare qualcosa in particolare”.

I tuoi riferimenti: registi, attori, autori?
“Amo Ferzan Ozpetek: le sue storie, le atmosfere che crea, le scenografie poetiche. Tra le attrici, ho amato profondamente Monica Vitti e Mariangela Melato. Quanto agli autori… beh, forse mi piacerebbe tornare a lavorare con Debora Pioli: mi sembra stia sempre dalla parte delle donne… o almeno così credo”.

La tua giornata ideale?
“È quella più semplice, nella mia routine. Mi alzo presto, faccio colazione leggendo le notizie, poi vado a fare la spesa dal fruttivendolo, dal panettiere e dal macellaio. Preparo il pranzo e la cena. Il pomeriggio accompagno mio figlio allo sport, vado in palestra, torno a casa e cucino. La cena insieme è sacra: è il momento in cui ci raccontiamo, ci ascoltiamo”.

Un messaggio ispirazionale per i lettori di Fungo Magazine?
“La vita non è perfetta, ma è piena di occasioni per imparare e ricominciare. Non dobbiamo essere perfetti: dobbiamo essere veri, autentici”.