Venaus in fiamme: assalto al cantiere Tav, blocchi e scontri sull’autostrada, proteste per il cantiere in corso
La Val di Susa torna a incendiarsi. Quella che doveva essere una marcia pacifica contro l’Alta Velocità si è trasformata in un attacco organizzato. Il cantiere di Traduerivi, nuovo simbolo della contestazione No Tav, è stato preso d’assalto da un gruppo di manifestanti incappucciati. Dopo aver abbandonato il corteo ufficiale, hanno raggiunto le reti del sito, battendole con sassi e bastoni. Alcuni sono riusciti a scavalcarle, dando fuoco ai bagni chimici all’interno dell’area. Dalle fiamme si sono sollevate colonne di fumo nero, mentre dai megafoni si incitava all’occupazione: «Venite avanti, vediamo chi vincerà».
In contemporanea, un secondo gruppo ha bloccato l’autostrada Torino-Bardonecchia, dando fuoco a paglia ed erba secca. Le carreggiate sono state chiuse, auto bloccate, tensione altissima. Al passaggio di una volante della polizia, è partito un lancio di pietre e urla: «Andate via di qua». Gli agenti non sono intervenuti, ma hanno presidiato l’area in assetto antisommossa.
La marcia era iniziata come una camminata di famiglie, con slogan, musica e bandiere palestinesi. Un raduno estivo che ogni anno raccoglie migliaia di oppositori all’opera. Ma il corteo si è presto spezzato in tre tronconi: uno verso Chiomonte, uno verso San Didero, l’ultimo – il più determinato – diretto a Traduerivi, dove si prevede la costruzione del deposito per i detriti dello scavo Tav. «Stanno distruggendo la valle, reagiamo» gridano i militanti.
Diverse le reazioni dei residenti: c’è chi saluta e chi si barrica nei locali. «Non si sa mai dove finisce la protesta e dove inizia la violenza» racconta un barista. Oggi è la Valsusa, domani Milano-Cortina: lo striscione srotolato parla chiaro. Il conflitto Tav e No Tav non si è mai fermato, ha solo cambiato bersaglio.
B. S.