De Clizibus

Valle d’Aosta resta indietro sui diritti civili

Clizia De Rossi

La Valle d’Aosta resta indietro anche sui diritti civili: bocciata all’unanimità la legge contro l’omobilesbotransfobia.A differenza di quanto accaduto appena due mesi fa in Molise, dove l’intera giunta regionale (a trazione centro destra) ha approvato un’iniziativa concreta contro l’immobilismo del governo nazionale, impegnandosi nell’attuazione di un piano articolato ed eterogeneo di interventi culturali, educativi e sociali per il contrasto alla discriminazione verso orientamenti ed identità non conformi, in la Valle D’Aosta il 6 marzo scorso è accaduto esattamente l’opposto a seguito di un voto unanime (7 voti contrari e 0 a favore) che ha seppellito definitivamente – dopo 6 anni di tentativi – la proposta di legge contro l’omobilesbotransfobia, presentata dalla consigliera Daria Pulz fin dal 2019 (e già in vigore in undici regioni), che prevedeva sportelli di ascolto per le vittime di violenza fisica e verbale, programmi di formazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro, interventi per garantire pari accesso a sport e cultura per le persone LGBTQIA+.

Una scelta vergognosa tanto più assurda se si pensa che la regione è già stata confermata come Capitale della Cultura Arcigay 2027 durante il consiglio nazionale della più grande e capillare associazione LGBTIAQ+ italiana riunitosi a Caserta il 9 e 10 novembre 2024. Una bocciatura che lascia ancora più sgomenti in quanto appoggiata pure dagli stessi membri del PD locale con la scusa di voler lavorare a un fantomatico “testo unico” dietro al quale si cela un’evidente strategia politica volta a non perdere l’appoggio dell’elettorato moderato alle imminenti votazioni di settembre.

 

“Dispiace profondamente, ma il parere unanime della V Commissione consiliare regionale sulla legge è un chiaro segnale di quanto la politica, purtroppo, strumentalizzi i diritti delle persone queer. È inaccettabile che, nel 2025, ci siano ancora istituzioni che negano l’uguale dignità e i diritti fondamentali a una parte della cittadinanza, mentre lə cittadinə queer fanno parte della società come chiunque altrə e abbiano tutti i doveri connessi, tra cui pagare le tasse – ha dichiarato l’associazione Arcigay Italia in una nota, sottolineando in conclusione l’amaro confronto con altre realtà – Fa rabbia constatare che alcuni membri del Partito Democratico valdostano non abbiano mostrato sensibilità verso le istanze della comunità queer. Al contrario, molte altre regioni italiane, incluse quelle governate da forze politiche di destra, hanno saputo mettere da parte le ideologie per approvare leggi che tutelano le persone discriminate. Puglia e Molise sono gli ultimi due esempi di come si possa agire in modo responsabile e inclusivo, creando dispositivi normativi che proteggano i diritti di tutti.”