Una sorta di Robin Hood moderno ha fatto sconti per 2 anni ai clienti per circa 200 mila euro, ora dovrà restituirli
Mistero assoluto sui motivi dei suoi folli gesti ma c’è già chi lo ha ribatezzato “Il Robin Hood moderno”, ora però dovrà restituire all’azienda i soldi che ha fatto riparmiare ai clienti, praticando sconti incredibili senza autorizzazione. Per due anni ha fatto sconti pazeschi ai clienti poi a maggio del 2021, senza un’apparente motivazioni si era dimesso, ora dovrà restituire all’azienda 190 mila euro. La vicenda finita sul tavolo dei giudici del Tribunale di Livorno, era iniziata a ottobre del 2019 quando l’uomo aveva preso servizio in un importante store di Perignano e sin da subito, stando al resoconto processuale, aveva praticato riduzioni di rilievo sui prezzi da listino della merce di cui era addetto alla vendita nel negozio della frazione del Comune di Casciana Terme Lari in provincia di Pisa. Si tratta di mobili, arredamenti e cucina. Dopo le sue dimissioni la ditta ha avviato una revisione di tutte le vendite concluse dall’ex impiegato e nel giugno del 2021 viene fuori un ammanco di quasi 200 mila euro, ma la ditta non gli aveva detto di poter praticare sconti del genere, anzi non erano proprio previsti sconti sul quel tipo di merce. Da qui la causa terminata nelle scorse settimane, come anticipato dal Tirreno, che ha portato il giudice Simona Capurso a condannare l’ex impiegato a risarcire con due terzi della somma totale mancante la ditta per cui aveva lavorato, cioè circa 270 mila euro. L’uomo difeso dall’avvocato Marco Guercio ha deciso di impugnare la sentenza di primo grado e di proporre appello. L’esito della vicenda da un punto di vista giudiziario, dunque, non è ancora concluso. Nel processo di primo grado è emerso che gli sconti praticati ai clienti dall’uomo hanno provocato un danno, per l’azienda, di circa 19.000 euro nel 2019, di circa 116.000 euro nel 2020 e di circa 59.000 euro nel 2021, pari al 70% della somma totale, perché per il giudice l’azienda ha un responsabilità del 30% sull’accaduto in quanto aveva la possibilità di vigilare sui conti senza aspettare le dimissioni dell’ex impiegato. Risulta confermato, per il Tribunale di Livorno, che a tutti i dipendenti della al momento dell’assunzione era stato impartito l’ordine di vendere ai clienti la merce secondo il prezzo di listino, senza la possibilità di applicare discrezionalmente sconti, in mancanza di un’apposita autorizzazione. Tutti i testimoni ascoltati in aula nel corso del giudizio, infatti, hanno confermato tale circostanza, che del resto non è stata smentita nemmeno dall’ex impiegato.
Per cui la ditta ha imputato al su ex dipendente la violazione di tale regola contrattuale, avendo quest’ultimo, durante tutto il periodo di del contratto di lavoro, applicato illegittimamente degli sconti ai clienti, senza essere autorizzato dal datore di lavoro, come confermato dalla documentazione depositata agli atti del processo che mette in evidenza la differenza tra il prezzo di listino e il prezzo applicato in concreto dall’uomo. Da tale violazione contrattuale è scaturita la condanna al risarcimento. Restano invece ignote le motivazioni di tutti questi sconti ai clienti, decisamente rilevanti, e delle sue improvvise dimissioni. Nel processo di primo grado non sono emersi rapporti di parentela o amicizia con i clienti che hanno beneficiato dei supersconti da parte sua. Il mistero in tal senso resta al momento irrisolto.
(Fonte Corriere Fiorentino)