Il Cremlino sull’Ucraina: “Un incontro tra Putin e Trump è possibile e più che mai necessario”
Un incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump è “possibile” e “necessario”, ma c’è ancora del lavoro da fare, “quel momento non è ancora arrivato”.
Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista a Vigtrk ripresa dalla Tass. “Forse sarà anche necessario formalizzare alcuni accordi importanti che saranno raggiunti nel tempo, dopo che sarà stato svolto molto lavoro. Ma quel momento non è ancora arrivato”, ha detto Peskov. “Quel lavoro deve ancora essere fatto”. Le dichiarazioni di Donald Trump indicano il desiderio di raggiungere un accordo in Ucraina il prima possibile, ma Washington sta comprendendo sempre di più la complessità di questo processo “lungo e difficile” ha aggiunto. Siamo abituati a una “retorica piuttosto dura e diretta”, ha aggiunto Peskov, ma “allo stesso tempo conferma la sua intenzione di continuare a fare tutto il possibile per facilitare una soluzione pacifica”. Anche Putin “ha ripetutamente espresso il desiderio di arrivare” a un accordo pacifico “il più rapidamente possibile”.
Il capo del centro situazionale per l’Ucraina presso il ministero della Difesa tedesco, il generale di divisione della Bundeswehr Christian Freuding, ha detto ieri che Mosca intende lanciare contemporaneamente fino a 2.000 droni verso l’Ucraina: lo riportano i media ucraini. Questo “rappresenterà una seria sfida per il sistema di difesa aerea ucraino”, ha aggiunto Freuding in un podcast. Servono “contromisure intelligenti”, ha aggiunto, osservando che l’uso dei missili Patriot è illogico contro i droni kamikaze russi, il cui costo è di 30-50 mila euro, mentre un missile Patriot costa oltre 5 milioni.
“Seguiamo da tempo le operazioni russe contro l’Ue e la Presidente della Commissione. I fact-checker indipendenti hanno chiaramente identificato tali operazioni nel contesto della mozione di censura”. Lo riferisce Thomas Regnier, uno dei portavoce della Commissione europea. La mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione Ue era stata presentata dall’eurodeputato rumeno, vice presidente del gruppo Ecr, Gheorghe Piperea, e sottoscritta da 77 altri eurodeputati di diversi gruppi politici dell’estrema destra europea. Lo scorso 10 luglio questa mozione venne bocciata dalla plenaria di Strasburgo con 360 voti contrari e 175 a favore. Già all’epoca, tre giorni prima del voto, aprendo il dibattito in aula, Ursula von der Leyen disse che quella mozione era “stata firmata dagli amici di Putin”. “Sono movimenti alimentati da cospirazioni e complottismi, che vogliono polarizzare le nostre società, inondandole di disinformazione”, furono le sue parole. Oggi invece un portavoce della Commissione va oltre: alla luce del lavoro di fact checker indipendenti – annuncia il portavoce – quella mozione va inserita nel contesto delle “operazioni russe contro l’Ue e la sua presidente”, che Bruxelles “segue da tempo”.
Questi rapporti dei fact-checker “sono un ulteriore richiamo al fatto che ci sono protagonisti, strettamente associati alla propaganda di Stato russa, che continuano a tentare di polarizzare e indebolire l’Unione europea”. Lo sottolinea Thomas Regnier, uno dei portavoce della Commissione europea. “Stanno sfruttando opportunisticamente eventi o discussioni politiche nell’Ue per distorcere il dibattito politico, diffondere teorie del complotto o screditare i politici europei. La stampa libera e indipendente in Europa, così come i fact-checker e i ricercatori, hanno un ruolo importante da svolgere per far progredire la comprensione della questione”, conclude. Si vedrà.
(Fonte Ansa)