Cronaca

Uccide il figlio che stava cercando di disarmarlo durante una rissa in una villa a Catania

Una tragedia assurda, fuori da ogni logica, il padre ha ucciso il figlio che cercava di calmarlo. La violenza la fa da padrona ancora una volta e ci scappa il morto, un ragazzo di 23 anni. Il figlio ha tentato di disarmarlo ma dalla pistola che il papà aveva in pugno sono comunque partiti dei colpi: è morto così Carlo La Verde, 23 anni, di Catania, dopo gli spari del papà Natale, imprenditore di 62 anni, nella serata di lunedì 28 aprile a San Gregorio di Catania, dove si celebrava la festa del patrono.

Tutto è accaduto in una villa utilizzata per eventi privati. Durante una rissa tra ragazzi, con eccessivo baccano e confusione, Natale La Verde è intervenuto tenendo in pugno la sua 7,65 para bellum che aveva regolarmente denunciato. Ma suo figlio e altri amici hanno tentato di disarmarlo.

Due i colpi partiti dall’arma: uno ha ucciso Carlo, l’altro ha ferito gravemente un altro conoscente di 31 anni, portato all’ospedale Cannizzaro di Catania. Sull’accaduto indagano i carabinieri del nucleo operativo di Gravina di Catania, che puntano a interrogare tutti i partecipanti alla serata di festa.

Dalle prime testimonianze è emerso che Natale La Verde, gestore della villa per ricevimenti ed eventi, voleva riportare la calma: in un primo momento avrebbe tentato di parlare con alcuni dei presenti, poi sarebbe ritornato con l’arma in pugno. Nella confusione generale, mentre il figlio cercava di toglierli la pistola e nel fuggi fuggi degli invitati sono partiti due colpi: uno mortale. Inutili i soccorsi dei sanitari del 118, che hanno tentato di rianimare il ragazzo. L’imprenditore è stato fermato dai carabinieri. Sulla vicenda indaga il pm di Catania Rocco Liguori.

Durante i soccorsi gli operatori del 118 intervenui sono stati aggrediti verbalmente e l’ambulanza è stata danneggiata. Lo rende noto il presidente della Seus (la società di gestione delle emergenze), Riccardo Castro. «Con profondo rammarico ho appreso dell’ennesimo atto di violenza nei confronti dei nostri operatori – dice -. Un fenomeno purtroppo ricorrente che suscita forte preoccupazione e indignazione».

L’ambulanza di soccorso avanzato aveva a bordo un soccorritore della Seus, un medico e un infermiere. «È giunta sul posto in circa 14 minuti – spiegano dalla Seus -, tuttavia numerosi presenti hanno ugualmente puntato l’indice contro un presunto ritardo, aggredendo verbalmente i componenti dell’equipaggio». Inoltre, è stato danneggiato uno dei lunotti posteriori dell’ambulanza e per questo vandalismo è stata sporta denuncia contro ignoti. «Appreso dell’iniziativa promossa da un’associazione di categoria – dice Castro – ho deciso di recarmi giovedì 1 maggio, dalle 10, in alcune postazioni del 118 per incontrare i nostri autisti-soccorritori e portargli solidarietà e sostegno. Sarò al loro fianco, come sempre, nel segno del rispetto e della gratitudine per il lavoro che svolgono ogni giorno con coraggio e dedizione».

(Fonte Corriere della Sera)