Esteri

Trump ne ha per tutti, si rivolge al Congresso e sfodera tutta la sua retorica imperialista tra pace, Panama, dazi e la Groenlandia

Trump: “L’American dream sta tornando” e sull’Ucraina annuncia: “pronto per il tavolo di pace”. E poi nel suo discorso al Congresso americano sfoggia tutta la sua retorica da “imperatore” assoluto degli Usa e non solo. “Abbiamo realizzato più in 43 giorni di quanto la maggior parte delle amministrazioni realizzi in 4 o 8 anni”. I Dem interrompono il presidente Usa e vengono espulsi dall’aula. E torna a parlare di Groenlandia nei suoi “deliri” imperialisti, dopo esseri “davvero” ripreso lo stretto di Panama. Donald Trump esordisce così davanti al Congresso ma attende quasi la fine del suo discorso sullo stato dell’Unione per dare la notizia che tutti aspettavano, ossia una svolta sull’Ucraina.

“Ho ricevuto un’importante lettera dal presidente ucraino Zelensky che si dice pronto a sedersi al tavolo delle trattative il prima possibile per avvicinarsi a una pace duratura e a firmare l’accordo sulle terre rare in qualsiasi momento”, ha svelato nel suo divisivo intervento di 100 minuti, il più lungo di sempre di un presidente americano davanti alle camere riunite (oltre il record di 89 minuti di Bill Clinton nel 2000). Una retromarcia che era stata anticipata dal leader ucraino su X ma ora confermata con una missiva ufficiale al capo della Casa Bianca, che ha detto di “apprezzare” l’apertura. “Abbiamo ricevuto forti segnali” anche dalla Russia, “sono pronti per la pace”, ha aggiunto, sottolineando di aver avuto “discussioni serie” con Mosca. Il disgelo non gli ha impedito di attaccare l’Europa, accusata nuovamente di aver “speso più soldi per acquistare petrolio e gas russi di quanto ne abbia spesi per difendere l’Ucraina”, e Joe Biden, che “ha speso più soldi dell’Europa”.Trump ha inoltre difeso la sua guerra dei dazi che ha affondato le Borse, spiegando che le tariffe “non servono solo a proteggere i posti di lavoro americani ma anche l’anima del nostro Paese”, pur ammettendo che “ci saranno dei piccoli scompigli”. Quindi ha ribadito che gli Usa “risponderanno dazio su dazio, tassa su tassa”, e che Messico e Canada “devono fare di più per fermare il traffico di fentanyl e di clandestini”, lasciando aperta la porta ad un compromesso. Sempre sul fronte estero, il tycoon ha confermato l’intenzione di riprendersi il Canale di Panama, in parte già strappato ai cinesi con il fresco acquisto di due porti da parte di BlackRock, e la Groenlandia “in un modo o nell’altro”, pur dicendo di voler rispettare il diritto della popolazione di determinare il suo futuro. Si vedrà ma c’è da stare attenti, molto attenti, e uniti, almeno in Europa.