Esteri

Trump: “Mosca e Kiev inizino subito i negoziati di pace”, e il Vaticano è pronto ad ospitarlli

Vladimir Putin apre a un cessate il fuoco in Ucraina ma dalla tempistica tutta da definire: sicuramente non ora e non di 30 giorni.

E Donald Trump, al termine di una telefonata fiume durata oltre due ore con il leader russo, annuncia che Kiev e Mosca inizieranno a trattare “immediatamente” una tregua. E, “ancora più importante, a negoziare la fine della guerra”, senza però fornire alcun dettaglio.

L’inquilino della Casa Bianca, al termine dell’attesissimo colloquio, è apparso dunque ottimista, parlando di una conversazione dai “toni e dallo spirito eccellente”. Pazienza se dallo zar non è emerso alcun riferimento proprio a quel cessate il fuoco immediato e di un mese chiesto a gran voce dagli Stati Uniti, dall’Ucraina e dall’Europa.
«Le condizioni verranno negoziate tra le due parti, perché solo loro conoscono i dettagli di una trattativa di cui nessun altro è consapevole», ha scritto Trump sul suo social Truth. E ha osservato che il Vaticano è «molto interessato» a ospitare i negoziati.
Alcuni vi hanno letto la possibile rinuncia degli Stati Uniti a mediare tra Russia e Ucraina. Più tardi, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, il presidente americano lo ha negato. Poco dopo però ha aggiunto che esiste in effetti «una linea rossa nella mia testa» che segnerebbe il momento in cui lui si farebbe da parte come mediatore, ma non ha voluto aggiungere dettagli. «Credo che Putin voglia fermarsi, gli ho detto che è ora di farlo». E su Zelensky: «È un uomo forte, non la persona più semplice con cui interagire ma penso che voglia fermarsi». Secondo Trump «grossi ego sono coinvolti ma qualcosa succederà. Se non succede, mi farò indietro e dovranno continuare loro… Questa era una situazione europea e dovrebbe rimanere tale».
Anche la portavoce Karoline Leavitt ha detto prima della telefonata che Trump è «sempre più frustrato con entrambe le parti del conflitto». E il suo obiettivo era «vedere il cessate il fuoco» (che ieri non si è materializzato). Tornando a Washington da Roma, il vicepresidente JD Vance ha affermato che gli Stati Uniti sono «più che aperti ad abbandonare» i negoziati, in assenza di risultati. Il tentativo di risolvere il conflitto è arrivato a uno «stallo» — ha dichiarato Vance — suggerendo che Putin non abbia «una vera strategia per uscirne» visto che ha «un milione di uomini in armi» e ha riconfigurato l’intera economia per lo sforzo bellico. Perciò la telefonata di Trump e Putin mirava a capire se quest’ultimo è «serio» nel cercare un accordo; ma se non lo è, «dovremo dire: “Questa non è la nostra guerra, è la guerra di Joe Biden, di Vladimir Putin, non la nostra”».

(Fonte Ansa)