Trump e l’Insurrection Act per militarizzare le città americane e tenerle sotto controllo, il suo
Donald Trump ha minacciato di ricorrere all’Insurrection Act per la terza volta nel corso del 2025.
In una dichiarazione che va ad erodere il labile confine fra stato democratico e dittatura, il presidente degli Stati Uniti ha espresso la volontà di dispiegare esercito e guardia nazionale in quegli Stati, come Illinois e Texas, dove vi sono forti proteste contro la casa bianca. L’Insurection Act, redatto nel 1807 dall’allora presidente Jefferson, non è da prendere alla leggera ed è stato utilizzato solo in casi eccezionali nella storia, il più eclatante in risposta alla secessione degli Stati del sud in seguito all’abolizione della schivitù con conseguente scoppio della guerra civile amercana. Esempi più recenti si hanno, ad esempio, negli anni 60 in seguito alle rivolte per morte di Martin Luther King e, qualche anno prima, alle proteste contro la promulgazione dei diritti civili. L’ultimo caso in cui è stato richiesto l’utilizzo dell’insurrection Act fu nel 1992 quando, a seguito dell’assoluzione scandalosa dei poliziotti che pestarono l’afro-americano Rodney King, l’intera Los Angeles venne messa a ferro e fuoco dai manifestanti per giorni interi trasformando, de facto, Los Angeles in una zona di guerra.
L’Insurrection Act è in provvedimento da utilizzare in casi estremi, dove il mantenimento per l’ordine pubblico non è più garantibile dalle normali forze dell’ordine e, di fatto, istituisce una sorta di legge marziale nell’area interessata fino al rientro dell’emergenza. Un provvedimento così grave che nemmeno un presidente come Richard Nixon non ha mai in nessun caso ipotizzato di farne uso così come nemmeno George W. Bush a fronte dell’anarchia causata dall’uragano Katrina (anche se va detto Bush aveva istituito ben altro sistema di repressione con il suo patriot act). Trump, bellamente ha minacciato l’insurrection act 4 volte, una nel 2020 in risposta alle proteste per la morte di George Floyd e ben 3 nel 2025. L’insurrection Act porta con sé lo spettro della guerra civile, come fa ben notare l’ex ministro al lavoro statunitense Benjamin Reich, tutt’al più che Trump vorrebbe metterlo in atto contro non manifestanti ma contro Giudici e Governatori che stanno impedendo il ripristino dell’ordine e del corretto funzionamento del governo. Reich ha inoltre fatto una previsione molto pessimista che, di giorno in giorno, appare sempre più reale: “La direzione della quale stiamo andando è di guerra civile o di legge marziale”
Ricapitolando, abbiamo già una nazione divisa internamente da squilibri razziali, con un tasso di povertà alle stelle, un generale malcontento, un governo che ideologicamente verte sempre più al suprematismo, una gestione interna sempre più irresponsabile, (con uno shutdown in corso ricordiamolo), una politica estera schizofrenica e per di piu questa nazione sta lentamente sprofondando fra l’alternativa di una guerra civile e un regime marziale (siamo ottimisti e non parliamo ancora di dittatura) Tutto questo dovrebbe spaventare il resto del mondo. Se avessimo sostituito il nome Stati Uniti da quest’articolo con quello di qualsiasi altra nazione del mondo, magari mettendo l’accento sulla bellicosità del suo governante, ci sarebbe naturale parlare di Stato canaglia e pericoloso nemico di pace e democrazia.
Donald Trump che minaccia di impiegare l’esercito sui suoi stessi cittadini è qualcosa di criminale e barbaro, qualcosa che gli Stati Uniti stessi e nato al seguito condannerebbero apertamente con conseguente fuggi fuggi di aziende ed investitori. Siamo davvero certi che la terra della libertà e della democrazia sia ancora così libera e democratica? Vogliamo davvero investire ed avere come alleato uno stato economicamente e socialmente instabile, con un governo corrotto, arraffone ed incompetente (siamo a livelli del centr’africa) e soprattutto sull’orlo della guerra civile o della legge marziale? Chiudiamo con una provocazione: una nazione, autoproclamatasi simbolo di pace, democrazia e libertà (e tutto il resto) che, a fronte dei problemi sociali interni, investe negli ultimi due anni 30 miliardi (e sono solo gli ultimi) per finanziare il genocidio che Israele sta compiendo su Gaza invece che impiegarli per la politica interna e per i suoi cittadini, dove invece invoca l’esercito e la repressione violenta come andrebbe definita? Impero del male? Stato canaglia? Asse del male? Pericoloso terrorista? Repubblica delle banane? La storia sta guardando Donald. Fai la cosa giusta.
