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Trovate tracce di Pfas (inquinanti eterni) in alcuni vini di 10 Paesi europei, uno studio indipendente lancia l’allarme

Alti livelli di Pfas nei vini europei: l’allarme di Pan Europe.

Uno studio pubblicato dalla Ong Pan Europe (Pesticide Action Network Europe) evidenzia un aumento “preoccupante” della contaminazione da acido trifluoroacetico (TFA) nei vini prodotti in 10 Paesi europei, tra cui l’Italia. Il TFA fa parte della famiglia dei PFAS, le molecole sintetiche anche dette ‘inquinanti eterni’, e può generarsi spontaneamente dalla degradazione atmosferica di refrigeranti a base di idrofluorocarburi.

La Ong ha analizzato 10 vini antecedenti il 1988 e 39 vini prodotti tra il 2021 e il 2024 in 10 Paesi europei. “Il TFA”, scrive la Ong, “è stato rilevato in tutti i vini recenti, con una concentrazione media di 110 microgrammi per litro (µg/l) e picchi fino a 320 µg/l. Circa 100 volte superiori ai livelli medi – già elevati – precedentemente misurati nelle acque superficiali e potabili. In netto contrasto, il TFA non è stato rilevato nei vini prodotti prima del 1988”.

Le analisi hanno rilevato residui di 8 pesticidi e metaboliti di pesticidi nel 94% dei vini prodotti in modo convenzionale. Un totale di 18 pesticidi è stato rilevato in tutte le bottiglie. 4 dei 5 vini biologici analizzati erano invece privi di residui di pesticidi rilevabili, ma tutti contenevano TFA.

“Si tratta di tutti questi gas fluorurati che ritroviamo nei nostri sistemi di raffreddamento, che sono molto presenti e che di fatto vengono emessi nell’atmosfera”, spiega Salomé Roynel, responsabile delle politiche di Pan Europe.

“Per quanto riguarda la contaminazione delle acque sotterranee, sappiamo che la causa principale sono i pesticidi PFAS, perché queste sostanze vengono spruzzate direttamente sul terreno, contaminano le colture e finiscono nelle acque sotterranee”, aggiunge.

Dal punto di vista tossicologico, il TFA è stato a lungo considerato innocuo. Studi condotti nel 2021 avrebbero invece dimostrato effetti dannosi sui feti di coniglio suggerendo una tossicità riproduttiva.

L’indagine sul vino consente di condurre uno studio cronologico e di andare indietro nel tempo. L’Ong sottolinea che prima del 1988 non c’erano tracce di TFA nel vino. Ma dopo questa data, l’aumento diventa graduale e accelera a partire dal 2010.
Pan Europe utilizza questa relazione per fare appello agli Stati membri dell’Ue. I 27 si riuniranno il mese prossimo per negoziare la possibilità di vietare un pesticida PFAS.
(Fonte Euronews)