Padova, stupro di gruppo su 19enne in ex aeroporto militare: tre arresti. A Padova, nella notte tra l’8 e il 9 luglio 2025, una ragazza di 19 anni, di origine marocchina e il suo fidanzato algerino, avevano perso il treno, non sapendo dove dormire, hanno deciso di rifugiarsi nell’ex aeroporto militare Gino Allegri, una struttura abbandonata e degradata. Nel cuore della notte, tre uomini tunisini li hanno sorpresi. Armati di coltello, hanno minacciato il ragazzo costringendolo ad allontanarsi e si sono accaniti sulla giovane. Le hanno rubato gli unici soldi in contanti che aveva in borsa, per la cifra di 25 euro, e il suo cellulare, poi l’hanno trascinata in un’altra zona dell’edificio e l’hanno violentata a turno. Le urla della ragazza hanno svegliato gli abitanti della zona, che hanno chiamato subito la polizia.
L’indagine è partita subito, la polizia di Padova ha identificato e arrestato tutti e 3 i responsabili. Il primo è stato catturato il 24 luglio. Un 21enne già noto alle forze dell’ordine, evaso da un centro di rimpatrio e con alle spalle una condanna per rapina. Il secondo arresto è arrivato il 1° agosto, un altro ragazzo di 21 anni, richiedente asilo e con precedenti per ricettazione. Il terzo è stato fermato il 6 agosto, un 19enne anche lui, richiedente asilo, già coinvolto in rapine e lesioni. Ora sono tutti nel carcere Due Palazzi di Padova, accusati di violenza sessuale di gruppo, minacce e rapina aggravata.
Gli investigatori stanno ora passando al setaccio l’area dell’ex aeroporto militare “Gino Allegri” per individuare eventuali altri episodi simili e verificare se i tre possano essere coinvolti in altre aggressioni.
Non si sa di preciso quante persone siano riuscite a fuggire dalla struttura, che normativamente è lontana da un regime di reclusione carcerario. Alcuni sindacati di polizia avevano scritto di “Quasi quotidiani tentativi di fuga, con salita sui tetti dei trattenuti”, aggiungendo che “La struttura è palesemente inadeguata al suo compito e richiede interventi seri e definitivi”. Gli avvenimenti più gravi all’interno, denunciati da reti di attivisti, sono le proteste, ma soprattutto i diversi tentativi di suicidio, documentati anche in video.