Trump sblocca le armi a Kiev: “Putin ci riempie di cavolate”. Scontro totale tra il presidente Usa e lo zar, la tensione sale così come i pericoli. E’ solo strategia? Riprese le consegne Usa dopo lo stop. Il presidente: “Zar gentile ma inutile, valuto altre sanzioni”. Il dietrofront arriva durante la cena alla Casa Bianca in onore di Benjamin Netanyahu. Poi le dichiarazioni alla stampa: «Vogliamo dare armi difensive» all’Ucraina perché «Putin non sta trattando bene gli esseri umani. Sta uccidendo troppe persone».
Trump mette così fine allo stop all’invio di armi difensive all’alleato ucraino deciso il 2 luglio. E poi attacca: Putin dice «un sacco di s….e» sull’Ucraina. È sempre molto gentile, ma non significa nulla». Ragion per cui il presidente statunitense starebbe pensando a nuove sanzioni a Mosca e sta esaminando «molto attentamente» una proposta di legge del Senato in merito.
Al ricevimento, seduto accanto a Bibi, Pete Hegseth, il segretario alla Difesa americano, all’annuncio sulle armi ha annuito in segno di assenso, nonostante sia stato lui a bloccare gli aiuti militari, insieme a Elbridge Colby, sottosegretario del Pentagono, che da tempo sostiene lo spostamento di risorse dall’Europa e dal Medio Oriente all’Asia. Lo stop and go mette in imbarazzo i vertici della Difesa statunitense: il Pentagono aveva presentato il provvedimento come parte di una revisione per garantire agli Stati Uniti le proprie scorte. Eppure in una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky il 4 luglio, una delle conversazioni più cordiali tra i due, Trump non solo ha fatto marcia indietro, ma secondo Axios avrebbe anche detto: non lo sapevo, è stata una decisione presa dal Pentagono in autonomia.
Risultato, la Casa Bianca si è detta pronta a inviare 10 missili intercettori Patriot all’Ucraina, gli stessi missili che Kiev chiede a gran voce da mesi. E — di nuovo è Axios a scriverlo — fa pressioni sulla Germania affinché consegni a Kiev la propria batteria di missili Patriot. Per questa ragione Merz ha chiamato Trump, per chiedere il rilascio degli intercettori in pausa data la necessità del via libera Usa a ogni vendita e spostamento di quella che è considerata l’arma difensiva più efficace al mondo. Dall’altro capo del telefono il cancelliere tedesco si è sentito proporre di vendere una delle sue batterie Patriot all’Ucraina. E, sebbene non sia stato raggiunto alcun accordo dato che Berlino ha già inviato all’Ucraina una quota maggiore dei suoi sistemi Patriot disponibili rispetto a qualsiasi altro Paese Nato, compresi gli Stati Uniti, i funzionari di entrambe le parti affermano che i negoziati sono in corso.
Restano dubbi e domande ancora senza risposta. Perché il presidente statunitense ha scelto questa strategia? Secondo l’Economist «il meglio che si può dire di Trump è che, sebbene sogni ancora un grande accordo con Putin, sta iniziando a rendersi conto di essere stato preso in giro dal presidente russo. Non vuole spendere altri soldi per aiutare l’Ucraina a vincere, ma non vuole nemmeno che crolli sotto i suoi occhi». Ma soprattutto resta da capire se Kiev potrà davvero difendersi dagli attacchi russi dato che non sono più stati stanziati nuovi aiuti. In questa incertezza Kiev ha chiesto maggiori dettagli all’alleato, affermando che è «di fondamentale importanza» mantenere «stabilità, continuità e prevedibilità» nella fornitura di armi. Zelensky ha reso noto di aver incaricato il suo ministro della Difesa «di intensificare tutti i contatti con la parte americana». Perché «le dichiarazioni e le decisioni politiche devono essere attuate il prima possibile per proteggere il nostro popolo e le nostre posizioni». E questo «riguarda principalmente la difesa aerea».
(Fonte Corriere della Sera)