Sblocca il cellulare del figlio morto un anno fa a trova una foto del suo presunto assassino
Ucciso un anno fa, il padre sblocca l’iPhone e trova l’immagine dell’ultimo secondo di vita del figlio: inquadrato anche l’assassino. È passato un anno dalla tragica morte di Michael Boschetto, il giovane ucciso con quattro coltellate nella notte del 27 aprile 2024. Solo adesso, a distanza di dodici mesi, un dettaglio inquietante riemerge dalle ombre del dolore: il padre, riavuto lo smartphone del figlio, riesce finalmente a sbloccarlo. Dentro, una fotografia agghiacciante, scattata pochi istanti prima della tragedia. Nell’inquadratura, Michael e dietro di lui l’uomo che lo avrebbe ucciso: Giacomo Friso.
La scoperta sconvolge la famiglia Boschetto, già segnata da una perdita impossibile da colmare. Quell’immagine, immortalata in uno degli ultimi istanti di vita del ragazzo, mostra chiaramente il volto dell’aggressore. Una prova visiva che ora è stata acquisita dagli investigatori, diventando un elemento chiave nel procedimento giudiziario in corso.
La ricostruzione della notte dell’omicidio.
La tragedia si consuma nella provincia di Padova. È tarda sera quando qualcuno bussa con insistenza alla porta dell’appartamento di Michael. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, ad aprire è proprio lui, ignaro del destino che lo attende. Davanti a lui c’è Giacomo Friso, un volto noto alle forze dell’ordine, tossicodipendente con precedenti legati a reati minori. I due si conoscevano.
Tra i due scoppia subito una lite violenta. Si ipotizza che Michael, nel tentativo di difendersi, riesca a colpire Friso, forse ferendolo. Ma non basta. Friso si rialza, lo insegue e lo colpisce con quattro fendenti letali, uccidendolo sul pianerottolo di casa. Poi tenta la fuga, ma viene bloccato pochi minuti dopo da un ispettore di polizia fuori servizio che abita nello stesso stabile. Da allora è sotto processo per omicidio.
Una nuova prova emersa a distanza di un anno.
La fotografia ritrovata sul telefono di Michael rappresenta un tassello importantissimo per la ricostruzione degli ultimi istanti di vita del ragazzo. Non è chiaro se sia stata scattata intenzionalmente da lui o se si tratti di un’immagine catturata in modo automatico, magari da una funzione di sicurezza attivata durante l’aggressione. Ma il contenuto è inequivocabile.
Per la famiglia è un colpo al cuore. Rivedere il volto del proprio figlio in quegli ultimi istanti è straziante, ma al tempo stesso rafforza la loro richiesta di giustizia. L’immagine è ora al vaglio degli inquirenti e potrebbe rivelarsi determinante nel processo.
Nel frattempo, i Boschetto cercano di andare avanti, portando con sé il peso di una ferita che nessun tempo potrà davvero guarire.