Ritrovamento macabro a Roma, il corpo di una bimba di pochi mesi in un sacco e una quello di una donna tra le siepi di Villa Pamphili
Orrore a Roma, a Villa Pamphili: una neonata ritrovata morta tra le siepi, e cento metri più in là un alrtro cadavere di una donna chiuso in un sacco nero. Sembrava un bambolotto. Buttato tra le siepi, come un giocattolo rotto. Invece era una bambina. Sei mesi appena. Pelle chiara, capelli chiari.
Non respirava più. Il braccio e la manina destra gonfi, segnati. Non si sa se da botte, da una caduta, o da altro.
Sono le 16:30. A notarla, per caso, sono dei passanti. Scavalcano, si avvicinano, e l’orrore li paralizza.
Chiamano la polizia, poi l’ambulanza. I sanitari provano a rianimarla. Ma è tardi. La bimba è morta. In un parco pubblico, a Roma, tra i cespugli di Villa Pamphili.
E se questo fosse già troppo da digerire, non è finita.
Perché poco dopo – solo cento metri più in là – dentro un sacco nero, viene trovato un secondo corpo. È una donna. Il suo braccio sporge fuori, rigido, come a voler chiedere aiuto da dentro l’oblio.
Chi era? Sua madre? La stessa mano che l’ha partorita l’ha anche abbandonata? O sono due vite spezzate da qualcun altro?
I testimoni sono sotto choc. Una donna, soccorsa per un malore, sussurra: «Io ero nel panico. Non sapevo cosa fare». Un’altra: «Sembrava un bambolotto…».
In un sabato pomeriggio qualunque, il cuore verde di Roma si è fatto nero. Non ci sono spiegazioni. Solo silenzio, e due vite spezzate.
Una dentro un cespuglio. L’altra in un sacco della spazzatura.
E in mezzo, centomila domande senza risposta.