Occupazione totale di Gaza, deportazione degli abitanti di origine araba nella migliore delle ipotesi, nella peggiore: liquidazione. Eliminazione totale di ogni forma di vita umana non conforme al sionismo senza distinzione tra combattenti, civili, operatori sanitari e dell’informazione, uomini, donne, vecchi, bambini. Nessuna pietà, soprattutto per i bambini, nessuna remissione di peccati, solo terra bruciata per mostrare in rete i balletti e le risa di scherno dei coscritti dell’IDF sulle macerie di case, scuole, ospedali dove affiorano corpi orrendamente sfigurati. Cade il velo della società israeliana massicciamente schierata con la deriva del governo. Le manifestazioni che si susseguono per il rilascio degli ostaggi sono uno specchietto per allodole. La parola d’ordine è riportateli a casa e poi fate a Gaza quello che volete.
Molta gente intervistata per strada, comprese “distinte” signore nella capitale Tel Aviv, si esprime per l’eliminazione completa dei bambini considerati futuri terroristi. Il terrorismo che verrà, che per loro è legittima resistenza, si sta creando in una spirale di violenza senza fine. Le voci di dissenso e le possibili azioni politiche nella società israeliana, con poche eccezioni, appaiono esigue. L’ideologia sionista occupa gran parte dello spazio politico. L’obiettivo è la creazione di uno stato unicamente ebraico. Gli altri cittadini, i palestinesi ma anche altri gruppi etnici o religiosi, devono essere espulsi o eliminati. I sionisti di sinistra si danno un bel da fare sui media per farci credere che in Israele esistono gli anticorpi per frenare questa pericolosa discesa verso gli inferi ma resta in gran parte propaganda. L’Europa tace imbelle, quale parte in causa. Il sionismo poco c’entra con l’ebraismo e si appella a un passato che per la maggior parte non esiste. L’uso della storia a fini politici ha sempre caratterizzato movimenti politici quali il fascismo e il nazismo che sono riusciti per un breve ma devastante periodo a farsi stato e portare il mondo sull’orlo della distruzione. Questo pericolo che sembrava sepolto nel passato è tornato tangibile: l’incubo della guerra atomica, le possibili conseguenze, il rigido inverno nucleare, le contaminazioni per generazioni. Ci si chiede, pensando alle vicende degli anni ’30 del secolo scorso, come sia potuto accadere che la politica cadesse in mano a criminali e assassini venuti dal nulla. Gli anni che hanno visto l’ascesa del III Reich senza che qualcuno reagisse, anzi con ampio consenso. C’è da considerare che i regimi fascista prima e nazista poi sono stati tra i primi a usare metodi di propaganda contemporanei mutuandoli in parte da tecniche pubblicitarie commerciali e ammantandoli di presunta tradizione. Le masse dell’epoca che in qualche modo ingenuamente hanno creduto a quello che gli raccontavano, non sapevano dove si stava andando a parare; i regimi occupavano tutti gli spazi della società al punto che fu creato il termine totalitario. Oggi è diverso: il mondo sa, le masse sanno e in qualche modo il dissenso trapela tra le maglie della rete e nella realtà. Ci sono molte manifestazioni pro Gaza spesso represse anche duramente. Negli ultimi trenta anni ci hanno cambiato il sistema politico sotto il naso senza che ce ne accorgessimo svuotandolo della possibilità di partecipazione per tutti. Quello che manca sono gli strumenti per esercitare pressioni sui governi nazionali per porre fine a questa carneficina. Fino alla prossima volta.