Se l’Italia continua a fare progressi costanti sul fronte della riduzione delle emissioni nocive e “climalteranti”, ben altra traiettoria seguono il consumo di suolo e la tutela dell’ambiente. E’ ciò che emerge dal Rapporto Bes 2025, del ministero dell’economia e Istat.
La nuova relazione sul benessere equo e sostenibile, preparata da ministero dell’Economia e delle Finanze e Istat aggiorna i dati al 2023 e formula previsioni fino al 2027 per 8 dei 12 indicatori del set Bes. Uno spaccato multidimensionale dello stato di salute economico, sociale e ambientale dell’Italia.
Tra i temi analizzati, quelli legati all’ambiente assumono un ruolo sempre più centrale, non solo per la loro urgenza, ma anche per le implicazioni trasversali sulle condizioni di vita, la salute e l’equità. Uno dei segnali più positivi del rapporto Bes 2025 arriva proprio dal fronte delle emissioni di CO2 equivalenti. Dopo un 2022 sostanzialmente stabile (422 milioni di tonnellate, Mt), il 2023 ha visto una decisa contrazione: le emissioni totali sono scese a 399,36 Mt CO2 equivalenti, segnando un calo del -5,3% su base annua. Rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019 (432,95 Mt), il decremento è ancora più marcato: -7,7%.
Meno rassicurante è il quadro sul consumo di suolo, inserito per la prima volta nella Relazione Bes come indicatore autonomo. Dopo una crescita costante dal 2016 al 2022, il 2023 ha segnato una lieve flessione (-0,04 punti percentuali). Tuttavia, il saldo annuale rimane positivo (+0,3%). E le stime per il 2024 indicano una nuova crescita, complici l’espansione delle superfici artificiali e la vivacità del comparto delle opere pubbliche.
Ad oggi, il 7,16% del territorio nazionale risulta cementificato, percentuale che sale al 7,26% se si escludono i corpi idrici. Un dato ancora molto distante dall’obiettivo europeo di azzeramento del consumo netto di suolo entro il 2030.
Va inoltre segnalato che l’81% del consumo rilevato nel 2023 è stato classificato come “reversibile”, legato cioè ad attività temporanee (es. cantieri), che però tendono a trasformarsi in consumo permanente nel tempo. Una dinamica che invita a riflettere sull’effettiva sostenibilità dei modelli di sviluppo urbanistico.
Gli altri volti del Bes: luci e ombre.
Se sul fronte ambientale il 2023 segna passi avanti importanti, il quadro complessivo delineato dalla Relazione BES resta a “tinte miste”. Vediamo alcuni degli altri indicatori chiave:
Povertà assoluta: dopo l’impennata del 2022, l’incidenza è stabile nel 2023, grazie a misure di sostegno e al miglioramento del mercato del lavoro (+2,1% occupati). L’intensità della povertà è al minimo storico (18,2%).
Disuguaglianza: l’indicatore S80/S20 resta invariato nel 2023. Il futuro prevede una stabilità del dato, nonostante gli interventi fiscali siano orientati soprattutto verso le fasce centrali di reddito.
Salute: cala la speranza di vita in buona salute (59,1 anni, -1 rispetto al 2022), con previsioni di recupero graduale. L’eccesso di peso rimane stabile ma è attesa una diminuzione nel quadriennio (+0,1 pp nel 2023, -0,6 pp entro il 2027).
(Fonte rinnovabili.it)