Preghiera per la pace a Marzabotto, Zuppi leggerà tutti i nomi dei bambini israeliani e palestinesi uccisi
Domani 14 agosto Zuppi a Marzabotto in preghiera per la pace. Nella celebrazione «in nome delle vittime innocenti in Terra Santa» saranno «letti i nomi dei bambini israeliani e palestinesi morti il 7 ottobre 2023 e successivamente nei territori della Striscia». Una preghiera per la pace in uno dei luoghi che nel nostro Paese testimoniano con più eloquenza la tragedia disumana della guerra. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, ha scelto i ruderi della chiesa di Santa Maria Assunta a Casaglia, nel Parco regionale storico di Monte Sole, a Marzabotto, per convocare una iniziativa di «preghiera per la pace in nome delle vittime innocenti in Terra Santa – come informa una nota dell’Arcidiocesi petroniana –. Durante la celebrazione, proposta dalla Chiesa di Bologna insieme alla Piccola Famiglia dell’Annunziata, saranno letti i nomi dei bambini israeliani e palestinesi morti il 7 ottobre 2023 e successivamente nei territori della Striscia di Gaza. Sarà anche ripreso l’appello di Papa Leone XIV per la pace, ripetuto più volte in questi giorni nei suoi interventi, perché tacciano le armi, si fermino i conflitti e non si svolgano nuove iniziative poiché “la vera pace richiede la deposizione coraggiosa delle armi, soprattutto di quelle che hanno il potere di creare una catastrofe”, con l’invito a pregare per un mondo “dove i conflitti si affrontano non con le armi ma con il dialogo”». L’appuntamento con la preghiera a Marzabotto, teatro di uno dei più efferati e sanguinosi eccidi nazisti tra la popolazione civile durante la seconda Guerra mondiale (col sacrificio anche dei pastori della comunità), è per le 15 di giovedì 14 agosto, vigilia della solennità dell’Assunta.
Significativo anche il coinvolgimento della Piccola Famiglia dell’Annunziata, comunità religiosa fondata da don Giuseppe Dossetti, con una radicata presenza in Medio Oriente, presenza di pace e di preghiera. «Il fiume di sangue che da quasi due anni scorre a Gaza e in Terra Santa – afferma Paolo Barabino, Superiore della Piccola Famiglia dell’Annunziata, citato nella nota dell’Arcidiocesi – ci interroga sempre più profondamente spingendoci così ad un gesto forte di intercessione, di preghiera filiale e
fiduciosa a Dio per domandare il dono della pace e la fine di tutte le sofferenze. Ciascuna vittima di ogni conflitto e particolarmente i bambini, come ha ricordato l’Arcivescovo, non sono mai semplicemente un numero ma un volto, un nome e una storia».
Il cardinale Zuppi insiste dunque in questi giorni di agosto sulla necessità di ricordarsi della preghiera per la pace. Nei giorni scorsi aveva inviato una lettera a tutti i vescovi italiani per indicargli un modo efficace per raccogliere e rilanciare il «pressante appello» di papa Leone: «Il drammatico momento di violenza, odio e morte a cui stiamo assistendo – ha scritto il presidente della Cei – ci impegna a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”». Di qui l’invito a pregare «il Re della Pace» affinché «allontani al più presto dall’umanità gli orrori e le lacrime della guerra». Un primo modo per concretizzare l’appello alla preghiera dandogli evidenza pubblica è la celebrazione di liturgie eucaristiche con i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano, pp. 894-896), inserendo nella Liturgia delle Ore particolari intenzioni “per implorare dal Signore il dono della pace” e organizzando momenti di preghiera e adorazione.
La necessità di stringersi al Papa nel suo impegno di pace, dal Medio Oriente all’Ucraina, con tutto il sostegno della Chiesa italiana è al centro dei pensieri del cardinale Zuppi, che a margine di un suo intervento pubblico al Festival Tonale Estate ha ricordato che Leone XIV «chiede di fare quanto prima un vero cessate-il-fuoco»: «Non lasciamolo da solo, diamo forza all’appello» di pace, è l’esortazione dell’arcivescovo di Bologna. Il Papa «si è coinvolto» in prima persona per fare «della Sede Apostolica un luogo di vera ricerca della pace» e per «combattere ogni inimicizia con l’amicizia». Quanto agli sviluppi delle trattative sulla guerra in Ucraina, con l’annunciato vertice del 15 agosto tra Donald Trump e Vladimir Putin, il presidente dei vescovi italiani – mediatore umanitario della Santa Sede per il ritorno a casa dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri – ha auspicato che «il dialogo prevalga e un incontro così importante possa dare i frutti desiderati. La comunità internazionale si è molto preoccupata di garantire la difesa dell’aggredito» ma è necessario «favorire un dialogo», che «onestamente c’è stato molto poco».
(Fonte Avvenire)