Perdere la vita sul posto di lavoro, altre 3 morti in 24 ore, da gennaio ben 500 vittime, una piaga
Giornata nera per la sicurezza sul lavoro in Italia. Tre operai hanno perso la vita in distinti incidenti con feriti avvenuti questa mattina a Monza, Torino e Riposto, in provincia di Catania. Il primo dramma si è consumato a Monza, intorno alle 11, all’interno di un’azienda. Un uomo di 48 anni ha riportato un grave trauma da schiacciamento. All’arrivo dei sanitari del 118 era già in arresto cardiocircolatorio: nonostante i tentativi di rianimazione, il decesso è stato constatato sul posto. Il secondo incidente a Torino. A perdere la vita è stato un operaio di origine egiziana, impegnato sul luogo di lavoro. L’uomo, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe rimasto schiacciato durante le operazioni di movimentazione di materiale. Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Le indagini dell’ASL e delle autorità competenti serviranno a chiarire eventuali responsabilità e se siano state rispettate le norme di sicurezza. Il terzo incidente mortale è avvenuto in Sicilia, a Riposto (Catania). Un operaio 50enne, impegnato nei lavori di ampliamento di alcuni capannoni, è caduto da un’impalcatura a circa 8 metri di altezza. Anche in questo caso l’intervento dei sanitari del 118 si è rivelato inutile. La giornata, purtroppo, conta anche due gravi feriti. A Marano, nel Novarese, un 27enne è caduto dal cestello di una gru riportando lesioni da codice rosso. Ancora in corso gli accertamenti sulla dinamica. A Desio (Monza e Brianza), un operaio di 37 anni è precipitato da un’impalcatura da circa 10 metri: ha riportato un trauma cranico, fratture multiple e gravi lesioni al bacino. È stato trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale San Gerardo di Monza, dove si trova in condizioni critiche. Tre morti e due feriti gravi in poche ore: una nuova, tragica testimonianza di come gli incidenti sul lavoro continuino a rappresentare un’emergenza nazionale, riguardo alla quale non bastano più proclami ma azioni politiche e legislative concrete.
Il bilancio dei primi sei mesi del 2025 sul fronte della sicurezza sul lavoro è drammatico. Secondo i dati Inail, dal 1° gennaio al 30 giugno si contano 502 vittime, 33 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, quando furono 469. Un incremento del 7% che conferma come il tema della sicurezza resti un’emergenza nazionale. L’elaborazione dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering evidenzia che 362 decessi sono avvenuti “in occasione di lavoro”, mentre 140 sono “in itinere”, cioè lungo il tragitto casa-lavoro. Se i primi calano lievemente (-0,5%), i secondi crescono in modo netto: +33,3% rispetto al 2024. L’indice medio nazionale è di 15,1 morti ogni milione di occupati. Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Campania sono in “zona rossa”, con incidenze superiori alla media nazionale. Piemonte, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta e Calabria si collocano in fascia intermedia.
Il rischio aumenta con l’età: 47,3 vittime ogni milione di occupati tra gli over 65, contro le 15,6 della fascia 45-54. In termini assoluti, i più colpiti restano i lavoratori tra i 55 e i 64 anni (130 morti). Le donne vittime sono state 43, mentre i lavoratori stranieri deceduti sono 108, con un tasso di mortalità più che doppio rispetto agli italiani (29,8 contro 13,4 per milione di occupati). I settori più colpiti restano costruzioni (53 morti), manifatturiero (50), trasporti e magazzinaggio (47) e commercio (38). Il lunedì si conferma la giornata più pericolosa, con quasi un quarto degli incidenti mortali concentrati all’inizio della settimana lavorativa.