Per gli studiosi l’Apocalisse avrà inizio in Galilea, nell’antica città di Megiddo, il conflitto Iran-Israele fa paura e la storia può aiutare
“E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Harmaghedon. Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria; e dal tempio uscì una gran voce proveniente dal trono, che diceva: «È fatto». E ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da quando l’uomo è sulla terra non se n’è avuto uno altrettanto disastroso. La grande città si divise in tre parti e le città delle nazioni crollarono, e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino della sua ira ardente. Ogni isola scomparve e i monti non furono più trovati. E cadde dal cielo sugli uomini una grandine enorme…”. (Apocalisse di Giovanni) Ci siamo allora? Si avvicina la battaglia finale? Secondo alcuni studiosi della Bibbia il luogo sarebbe la valle di Jezreel, in Galilea, vicino l’antica città di Megiddo, da qui il nome Armagedon. Non sono il visionario Giovanni e tuttavia questo nuovo fronte aperto tra Israele e Iran desta preoccupazioni apocalittiche. L’autorevole Pino Arlacchi ha scritto che è stato aperto il vaso di Pandora per quanto riguarda la questione nucleare. Già, la questione nucleare… Le descrizioni dell’Apocalisse sono compatibili con le visioni di morte e distruzione causate da carri armati, missili e bombe. Ho già vagamente accennato ai rapporti tra questi due paesi e di come si sono deteriorati nel tempo. Avranno da scrivere gli storici tra cento anni, se ci sarà ancora la possibilità di farlo, cercando di comprendere tutte le fragili alleanze incrociate che caratterizzano la storia del Medio Oriente, una polveriera pronta a esplodere con ripercussioni globali, lo vediamo già dai prezzi del carburante, del gas (nemmeno a dirlo connesso a un’altra crisi, quella ucraina) e di molti altri beni e servizi. A questo punto devo fare doverosamente una precisazione relativa a un mio scorso intervento: Hamas e Hezbollah non sono dirette emanazioni dell’Iran per quanto li abbiano sostenuti in alcuni frangenti. L’Iran è sciita, così come i libanesi Hezbollah, nati nel 1982 quando Israele è entrata in Libano per distruggere l’OLP, mentre Hamas è una emanazione dei Fratelli Musulmani nata nei campi profughi quindi sunnita e sappiamo che non è che vadano d’accordissimo. Sorvoliamo sul percorso politico di questa ultima formazione che nel tempo ha assunto diverse caratteristiche; questo è vero anche nella misura in cui oggi vediamo gli israeliani commettere gli stessi errori dei nazisti, che invece negli anni ’40 del secolo scorso erano supportati dal gran muftì di Gerusalemme, il più alto funzionario sunnita, o dai sionisti che con il partito nazista cercavano un accordo con lo scopo comune di far trasferire gli ebrei tedeschi in Palestina, all’epoca sotto mandato britannico. Esiste una medaglia commemorativa uscita su un giornale della propaganda tedesca che pubblicò diversi articoli relativi a un breve viaggio in Palestina compiuto da un sionista e un nazista, per vedere se c’erano le condizioni per iniziare il trasferimento. D’altra parte gli inglesi sostenevano rivolte arabe in funzione anti turca, il celebre Lawrence d’Arabia che volete che facesse? Quando si identificano nemici o alleati esclusivamente su base etnica si commette un errore fatale in quanto la realtà è sempre molto più complessa di quel che si pensa. Torniamo per un attimo al nostro amato Medio Evo quando le truppe islamiche partendo dalla Spagna si spinsero nelle loro incursioni oltre i Pirenei fino alla capitale francese. L’episodio, reminiscenza di scuola elementare, della morte del paladino Orlando. I Franchi in quella occasione vennero attaccati dai baschi cristiani alleati dei mori mentre lo stesso Carlo Magno aveva stretto accordi e persino scambi culturali con il califfo Harun Al-Rashid. È a questo che dobbiamo tornare.