Esteri

Pena di morte, quando è lo Stato ad uccidere per legge, James Barnes giustiziato pochi giorni fa in Florida a 60 anni

Pena di morte negli Usa, non è mai servita ad abbassare il tasso di criminalità, negli stati dove è ancora in vigore, eppure si continua a morire per legge. James Barnes aveva 61 anni. È morto pochi giorni fa in Florida, ucciso dallo Stato con un’iniezione letale. Era stato condannato per l’omicidio della moglie e si era dichiarato colpevole di un secondo femminicidio. La sua è stata la quinta esecuzione capitale del 2025 negli Stati Uniti, e con ogni nuovo caso torna la stessa domanda: è così necessario uccidere per fare giustizia?
Gli Stati Uniti sono uno dei pochi paesi occidentali che ancora praticano la pena di morte. Eppure, tutti i dati raccolti in decenni di studi raccontano una realtà diversa da quella che qualcuno ancora sostiene. Non ci sono prove che la pena capitale serva da deterrente. Non impedisce nuovi crimini. Non riduce il numero di omicidi. Gli Stati che hanno deciso di abolirla non hanno visto crescere la violenza, anzi in alcuni casi è calata. E allora, a cosa serve?

In molti casi, la pena di morte colpisce chi ha meno strumenti per difendersi. Non è una novità, ma fa sempre bene ripeterlo. Chi ha soldi può pagarsi un buon avvocato, presentare appelli solidi, avere accesso a perizie e consulenze. Chi non li ha, spesso si ritrova da solo davanti al processo più importante della propria vita. Ed è lì che il sistema si rompe. Perché non si può parlare di giustizia quando non c’è equità.

Dal 1973 a oggi, sono almeno 190 le persone condannate a morte e poi riconosciute innocenti. Alcune sono riuscite a dimostrarlo in tempo, altre no. C’è chi ha passato 20, 30 anni nel braccio della morte prima di essere liberato. Come Anthony Ray Hinton, che ha raccontato quei trent’anni come “una prigione dentro la prigione”. Ma c’è anche chi è stato giustiziato nonostante i dubbi, come Troy Davis. La sua esecuzione, avvenuta in Georgia nel 2011, resta una piega nella storia recente del sistema giudiziario americano.

Ogni esecuzione lascia dietro di sé una scia di silenzio e domande. Non riguarda solo il colpevole, ma anche la società che sceglie di rispondere alla violenza con altra violenza. Che senso ha uccidere chi ha ucciso? Restituisce qualcosa a chi ha perso una persona cara? Aiuta davvero a voltare pagina? Dio non fa distinzioni. Ma la giustizia dovrebbe. Difficile comprendere le ragioni di chi sostiene la pena di morte.