Fungo magico

“Partenope” di Paolo Sorrentino: la locandina è coincidenza o ispirazione?

La copertina dell'album di Alekos

Una somiglianza sorprendente con un progetto musicale solleva interrogativi nel mondo dell’arte visiva. È stato uno dei film italiani più attesi dell’anno: “Parthenope”, il nuovo lavoro di Paolo Sorrentino, ha debuttato in grande stile, con una presentazione a Cannes e in lizza ai David di Donatello, anche con la promettente giovane protagonista Celeste Dalla Porta. Come sempre accade quando si parla del regista napoletano premio Oscar, l’attenzione mediatica è altissima – ma stavolta, accanto all’entusiasmo, emergono anche alcune perplessità.
Ci è capitato di imbatterci in una curiosa coincidenza grafica che riguarda la locandina del film e un progetto musicale preesistente dal titolo analogo, firmato dal cantautore Alekos, visibile sulla sua pagina Instagram @alekos2.0 addirittura come primo post del suo feed.
In particolare, è la copertina dell’album “Partenope” , ideata dall’art director Gianni Di Maria, a colpire: vi si vede la silhouette di una figura femminile – la sirena Partenope – appare immersa nell’acqua, attraversata da un fascio di luce verticale. Il titolo campeggia in basso, con una grafica pulita e suggestiva.
Un’estetica, quella proposta da Alekos, che abbiamo ritenuto sorprendentemente vicina a quella del film di Sorrentino,.
Bene, l’album e la grafica di Alekos risalgono a sette anni prima dell’uscita del film.
Non si tratta solo di un nome in comune, ma di un’estetica, di una visione. Un’immagine mitica e personale che si è “magicamente” fusa con l’ispirazione di Sorrentino? O un plagio per chi magari si nutre delle tante sfumature della scena napoletana, nota e pesca un’ispirazione esplicita?
Niente si crea e si distrugge, ma tutto si trasforma. Ma qui la trasformazione è minima…

Plagio? Coincidenza? O semplice eco culturale?
La figura di Partenope, è bene ricordarlo, è radicata nel patrimonio simbolico di Napoli, e la relazione visiva tra umano e sirena attraversa secoli di rappresentazioni. Dunque, è del tutto plausibile che più artisti ne siano rimasti colpiti in modi diversi.
Ma quando composizione, luci e concetto sembrano sfiorarsi così da vicino, è legittimo che qualcuno – cioè io – mia sia posta delle domande. La somiglianza non implica necessariamente un plagio, ma potrebbe trattarsi di un caso di ispirazione indiretta, o di quella “sincronicità estetica” che, nel mondo creativo, accade più spesso di quanto si pensi.
Fungo chiama Paolo Sorrentino…sentiamo cosa ci dice….

Fateci sapere voi cosa ne pensate, lasciate un commento. Grazie.