Cronaca

Omicidio di Laura Ziliani, ergastolo confermato per le due figlie e il fidanzato di una di loro

La suprema corte di Cassazione ha messo un punto su una tragica vicenda, confermando l’ergastolo per le sorelle Paola e Silvia Zani, e pr Mirto Milani, per l’omicidio della madre delle dure donne, Laura Ziliani. Nessun’altra possibilità per nuove indagini o attenuanti, i tre hanno perso definitivamente ogni speranza legale. Tutto iniziò l’8 maggio 2021, giorno della Festa della Mamma. Laura, 55 anni, ex vigilessa e madre delle due ragazze, trascorre la giornata a Temù, in montagna, con le figlie di 27 e 19 anni e Milani, l’amante di entrambe, di 28 anni. I tre preparano un muffin addormentante, contenente benzodiazepine, che la donna mangiò, svenendo poco dopo. Una volta stordita, la soffocano a mani nude e ne nascosero il corpo in una buca vicino al fiume Oglio. Il cadavere venne scoperto solo tre mesi dopo, quando le piene del fiume lo riportarono in superficie.

In un primo momento, tutti e tre si mostrarono preoccupati, lanciarono appelli pubblici e collaborarono con le ricerche. Ma le contraddizioni nei racconti e le prime prove raccolte dalla procura di Brescia condussero presto verso la pista interna alla famiglia. I sospetti diventarono certezze, infatti furono arrestati a settembre dello stesso anno. Più tardi arrivarono anche le confessioni.

Il processo si svolse a Brescia. In primo grado, i giudici stabilirono l’ergastolo per tutti. La sentenza spiegava che non si trattava di un delitto legato a questioni economiche o familiari, ma di una dinamica più complessa, ovvero quella di un gruppo chiuso, dove ognuno dei tre aveva agito in modo consapevole, senza che vi fosse un capo o una vittima tra di loro. La Corte d’Appello confermò il verdetto, respingendo ogni richiesta di modifica delle responsabilità.

La corte di Cassazione ha emesso la sentenza definitiva solo ieri, 10 Luglio 2025, respingendo tutti i ricorsi presentati da difese e imputati. Quindi perché la Cassazione ha confermato tutto? Perché non ci sono dubbi, tutti e tre, hanno agito con lucidità, consapevolezza ma soprattutto, con organizzazione. Nessuno di loro è stato influenzato o costretto, si sono divisi precisamente i ruoli tra loro. Non ci sono giustificazioni, nessun risentimento, nessuna motivazione economica. Con la Cassazione che conferma l’ergastolo, il percorso giudiziario si conclude. Eppure resta l’eco di una vicenda tremenda, una madre uccisa dalle figlie e dal  compagno di una delle due, in una famiglia che sembrava normale.