Cronaca

Odio razziale on line, finiscono nei guai 27 persone di gruppi di estrema destra

Odio razziale online, nei guai 21enne bresciano, faceva parte di gruppi di estrema destra, indagate altre 26 persone in tutta Italia. L’accusa è pesante: propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. È quanto contesta la Procura di Brescia a un 21enne residente a Cazzago San Martino raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare e per il quale è stato disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Operaio incensurato, non risulta legato a partiti politici e associazioni. Oltre a lui risultano indagate nell’inchiesta del pubblico ministero Caty Bressanelli altre 26 persone in tutta Italia. Giovani sospettati di appartenere a gruppi su canali social di estrema destra con posizioni radicali neonaziste, suprematiste, xenofobe e antisemite. L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros di Brescia, è nata a dicembre 2023 seguendo i movimenti del 21enne bresciano su Telegram e TikTok.

E così sono emersi una serie di gruppi in cui venivano diffuse idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico, anche minimizzando e negando la Shoah e nei quali veniva fatto incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, nazionali o religiosi e apologia del fascismo. Gruppi come come “white lives matter Italia”, un gruppo “intriso di contenuti espressivi di idee inneggianti alla classificazione della popolazione umana in razze e alla superiorità della razza bianca in termini discriminatori delle altre etnie”,scrivono gli inquirenti.

O come Vannawaffen tm, “con contenuti di propaganda di idee inneggianti al nazismo, all’accelerazionismo, alla classificazione della popolazione umana in razze, alla superiorità della razza bianca in termini denigratori e discriminatori delle altre etnie/razze/religioni e apologetici di azioni violente in danno di persone di colore, immigrati, persone di religione islamica e afferenti alla galassia LGBTQ” e ancora “sangue e suolo” al cui interno – secondo chi indaga – “sono pubblicati contenuti consistenti in chiare espressioni di idee di natura suprematista, neo-nazista, negazionista della Shoah, anti-semita e di apologia del fascismo”. Il giovane e altri indagati frequentavano anche canali social inneggianti al fascismo. Molti dei giovani finiti sotto inchiesta hanno tra i 18 e i 25 anni ed erano ancora minorenni quando è iniziata l’indagine.