Morde la gamba di un uomo, per il giudice è colpa della padrona che ha innervosito il cane e ora dovrà pagare i danni
Strombazzare il clacson della propria auto e comportarsi in modo convulso e agitato può innervosire i propri cani che potrebbero quindi percepire minacce inesistenti e diventare aggressivi. Il Tribunale di Firenze ha sancito in una sentenza ciò che è noto ai professionisti, il comportamento dei padroni influenza quello dei propri cani, e ha condannato una donna di Fiesole a risarcire un operaio con circa 6 mila euro, tra danni e spese legali. Uno dei suoi due cani, che era anche al guinzaglio, lo aveva morso a un polpaccio facendolo cadere a terra e provocandogli ferite e contusioni.
I fatti risalgono a circa 6 anni fa quando l’uomo stava scaricando materiale dal suo furgoncino per una scuola media di Fiesole (Firenze). A bordo era rimasto un collega perché non riuscendo a trovare parcheggio aveva lasciato il mezzo in seconda fila, ostruendo quindi l’uscita di un’auto. La donna con al gunzaglio i suoi due cani era arrivata proprio in quei minuti per prendere l’auto e andare via ma il furgoncino glielo impediva. A quel punto nonostante il collega dell’operaio rimasto a bordo l’avesse rassicurata che stava per tornare, la donna si è messa a suonare il clacson agitandosi e innervosendosi e quando l’operaio è tornato di corsa per spostare il furgoncino e permettere alla donna di andar via, le è passato vicino, e uno dei suoi due cani a quel punto l’ha aggredito mordendolo a una gamba.
Per il Tribunale di Firenze non ci sono dubbi sulla responsabilità della donna per il comportamento del suo cane: «Non è da escludersi, financo, che i cani siano stati innervositi proprio dal comportamento agitato della propria padrona, infastidita dalla presenza del furgoncino, nonché dal suono continuo del clacson».
Oltre al collega c’erano altri testimoni che in aula hanno riferito le stesse cose, convincendo definitivamente il giudice: «Non ho visto usare dall’operaio atteggiamenti aggressivi nei confronti della signora, l’uomo è solo arrivato correndo, credo agitando la mano per farsi vedere e notare». Per il giudice Micaela Picone, dunque, non si tratta di un caso fortuito e imprevedibile, e anzi nel processo è venuto fuori peraltro, il cane si trovava «in un contesto a lui consono» cioè all’interno del bagagliaio dell’auto della padrona, con lei al suo fianco, da dove è poi sceso all’improvviso per mordere l’operaio alla gamba al suo passaggio davanti all’auto per andare a spostare il furgoncino.
Insomma i cani reagiscono spesso a seconda di come si comportano i loro padroni. E i padroni ne sono responsabili. Occhio.
(Fonte Corriere Fiorentino)