Cronaca

Mobilità sicura, le strade delle città italiane non sono a misura per i bambini, i dati Ue

Le strade italiane non sono a misura di bambino: la classifica europea boccia Milano, Roma e Firenze. Nessuna città italiana entra nella top 10 europea per la mobilità sicura e sana per i piccoli. Milano si salva solo per le strade scolastiche. Roma tra le peggiori per le ciclabili. A Firenze non ce n’è nemmeno una. In Italia, le strade delle città non sono a misura di bambino. Lo conferma una nuova classifica pubblicata dalla Clean Cities Campaign, che ha analizzato 36 città europee valutandole in base a tre criteri fondamentali per la mobilità urbana sicura e sana dei più piccoli: numero di strade scolastiche, presenza di infrastrutture ciclabili separate e zone 30 km/h. Il risultato è una bocciatura su tutta la linea: nessuna città italiana entra nella top 10. La prima è Bologna, ma solo al 16° posto, seguita da Milano (23a), Torino (24a), Firenze (29a) e Roma (32a).Eppure, un piccolo primato c’è: le città italiane si difendono sul fronte delle strade scolastiche, ovvero quelle chiuse in modo permanente o temporaneo al traffico motorizzato. «I migliori risultati in tema di strade scolastiche si osservano dove esiste una forte pressione civica dal basso, segno che il lavoro dei movimenti dal basso e dei genitori può produrre risultati concreti, soprattutto nel contesto delle strade scolastiche», spiega Anna Becchi, Campaign Lead di Streets for Kids.Milano è seconda in Europa per numero di strade scolastiche, Torino quarta, Bologna undicesima, Roma sedicesima. Firenze, invece, è fanalino di coda: non ha nemmeno una strada scolastica.

A Milano, il programma «Piazze aperte» ha già prodotto 14 nuove strade scolastiche entro il 2024, altre 5 sono in fase di realizzazione nel 2025, e 23 sono già oggi car free negli orari di ingresso e uscita. Ma non basta. «È necessario proseguire a ritmo serrato per rispondere il prima possibile alle istanze dei cittadini» e «serve un indirizzo politico condiviso per accelerare la trasformazione della città, rendendo la comunicazione e pianificazione degli interventi sempre più chiara ed esplicita in tutte le sue fasi», si legge nel report.

A Roma, le strade scolastiche sono 15 pedonali (12 storiche e 3 recenti) e 5 temporanee. Tuttavia, il progetto si è rallentato a causa della mancanza di fondi. Il sindaco Roberto Gualtieri ha ribadito l’intenzione di realizzare le 34 strade scolastiche previste, ma la capitale è tra le ultime tre città in Europa per infrastrutture ciclabili separate.

Proprio la carenza di piste ciclabili protette è un punto debole per tutte le città italiane. Milano, Bologna, Torino e Firenze sono solo a metà classifica, mentre Roma è quasi in fondo. Una fotografia che evidenzia la mancanza di investimenti in infrastrutture ciclabili sicure e continue.

Gravi anche le lacune sul fronte della moderazione della velocità. Solo Bologna si salva grazie alla politica Città 30, classificandosi al 18° posto. Seguono Firenze (24a), Milano (30a), Torino (31a) e Roma (33a). Secondo il report, «la moderazione del traffico e della velocità nelle strade in prossimità delle scuole deve essere una priorità, a beneficio di tutta la collettività, non solo per chi frequenta le scuole».

Nel frattempo, continua fino alla fine di maggio la mobilitazione Streets for Kids, con oltre 100 iniziative solo in Italia, all’interno di un totale di circa 500 in tutta Europa. Tra girotondi, biciclettate e feste di quartiere, bambini, genitori e attivisti chiedono città più sicure e più sane. La mappa aggiornata delle mobilitazioni è disponibile online.

Ma i dati parlano chiaro: in media ogni giorno un bambino muore sulle strade dell’Unione europea, e altri 18 restano gravemente feriti. A questi si aggiungono gli effetti dell’inquinamento, responsabile di oltre mille morti premature all’anno tra bambini e adolescenti in Europa. «Più auto significa meno libertà per i bambini di muoversi autonomamente, soprattutto per le bambine», spiega la campagna, denunciando un’«epidemia di inattività» tra i più giovani.

Nel resto d’Europa si fanno progressi. In vetta alla classifica troviamo Parigi, che «ha conquistato il primo posto tra 36 città europee grazie alla sua rete estesa – sebbene relativamente nuova – di piste ciclabili protette, limiti di velocità ridotti e zone a traffico limitato o assente vicino alle scuole».

Londra è prima per numero assoluto di strade scolastiche (525), seguita da Milano e Parigi. In alcune città, almeno un quinto delle scuole primarie dispone di una strada scolastica: succede a Londra, Milano, Parigi, Torino e Anversa. Parigi ed Helsinki sono le migliori per estensione delle piste ciclabili protette. Parigi guida anche la classifica delle Zone 30 con l’89% delle strade coinvolte, seguita da Bruxelles, Lione, Amsterdam, Bristol e Madrid.

La conclusione è chiara: «Le strade scolastiche sono un’opportunità per rendere le città luoghi più sicuri e sani e a misura di persona». In Italia, la spinta civica c’è. Ma senza un investimento deciso da parte delle amministrazioni, le nostre città resteranno pericolose, inquinate e inospitali per i cittadini più piccoli.

(Fonte Vanity Fair)