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L’ultima di Trump: dal prossimo anno entri negli Usa solo se hai “i social puliti”, dopo severi controlli da parte sua

Vi ricordate quel viaggio negli Stati Uniti che sognavate da tempo e per il quale avete risparmiato così tanto? Beh vi conviene accelerare i tempi e partire entro il secondo trimestre del 2026 o potreste dover mostrare a un grigio impiegato della Homeland Security gli ultimi cinque anni della vostra vita sui social media. Questa è la nuova proposta di legge dell’amministrazione Trump e se prima questo tipo di check era facoltativo e limitato ad alcuni paesi a rischio, uno strascico nato anni dopo dal patriot act di Bush, ora potrebbe diventare la norma obbligatoria per paesi alleati degli Stati Uniti quali i paesi dell’unione europea. La richiesta andrà fatta fino a 60 giorni prima della partenza e richiederà, oltre a parecchi dati biometrici, i link ai propri profili social media che saranno passati al vaglio alla ricerca di attività sospette, o anti americane. Non è ancora chiaro quali saranno i parametri per cui vi possa essere concesso o negato il visto ma vista la linea dell’amministrazione Trump e il clima di tensione interna crescente sempre più prossimo ad una guerra civile, viene corretto pensare che il check dei social serva a tamponare eventuali sediziosi esteri che possano criticare il regime, mi correggo, la presidenza di Donald Trump. Verosimilmente il sottoscritto con le sue parole e dichiarazioni su questo giornale non potrebbe mettere piede negli Stati Uniti ma volendo anche un semplice supporto ad un attore o una pagina non gradita o critica potrebbe precluderci l’ingresso al paese. Un tipo di monitorizzazione da sempre demonizzato dai cosiddetti paesi del mondo libero. Un sistema che grida Cina, Russia e Corea del Nord piuttosto che lo splendore delle stelle e striscie che grida libertà e giustizia per tutti. Non tanto per la nostra libertà da turisti, il mondo è vasto e meraviglioso e se non vedrò il Grand Canyon, pazienza, Ha Long Bay in Vietnam non è da meno mozzafiato, ma per la deriva autoritaria, paranoide e isolazionista, di cui questo è solo l’ultimo esempio, che la nazione più grande del mondo, che dovrebbe garantire la democrazia nel mondo intero (il sarcasmo è palpabile) dovremmo iniziare tutti a preoccuparci seriamente. Quando anche un potenziale turista proveniente da uno stato alleato si ritrova ad essere schedato e analizzato sui social prima di entrare negli Stati Uniti d’America, fondati su migrazioni straniere che ne hanno decretato il successo, (su che parametri ancora non ci è dato sapere) significa che la terra delle opportunità è arrivata al suo bieco crepuscolo.