«Nego ogni accusa», con queste parole Leonardo Pistoia, il ventenne di Torre del Lago diventato il volto delle “camminate per la legalità”, ha lasciato il carcere di San Giorgio per tornare a casa, agli arresti domiciliari. Nelle prossime ore al suo polso verrà applicato anche il braccialetto elettronico, come disposto dal gip di Lucca Alessandro Dal Torrione. Il giovane, assistito dagli avvocati Gabriele Parrini ed Enrico Marzaduri, ha parlato a lungo con gli inquirenti: oltre quattro ore di confronto per offrire la sua versione dei fatti e respingere le pesantissime accuse di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni. Una storia che sembra scritta da un destino crudele: il ragazzo che guidava i cortei notturni contro lo spaccio, che raccoglieva applausi e appoggio politico, oggi è chiuso nella sua abitazione di Torre del Lago, con una comunità che osserva divisa e in silenzio. Silenzio che pesa, soprattutto da quella parte politica che fino a poche settimane fa lo indicava come simbolo di rinascita: oggi, nessuna parola, nessun commento, nessuna presa di posizione.
Intanto, le indagini proseguono e solo gli inquirenti e gli investigatori potranno fare piena luce dal punto di vista giudiziario. I giudici intanto cercano di fare chiarezza anche sulla presunta aggressione di due settimane fa, quando Pistoia si era mostrato in pubblico con una ferita al volto, denunciando di essere stato colpito per il suo impegno civile. La vicenda è lontana dall’essere chiusa ovviamente. Si vedrà. Quello che era il ragazzo-simbolo di un territorio ferito oggi affronta una nuova battaglia: dimostrare la sua innocenza. E Torre del Lago, attonita, guarda e aspetta. Il prosieguo di questa storia, umana e giudiziaria, sarà raccontata come sempre senza filtri: perché quando una comunità si specchia in un volto, quel volto diventa la sua storia.