Le lascia un pezzo di bisturi nella testa durante l’operazione, ora dovrà risarcire la sua ex paziente
Firenze, il chirurgo le lascia la punta di un bisturi nella testa durante l’operazione: pagherà 183 mila euro di risarcimento.Nel 2002 aveva solo 29 anni quando un terribile incidente stradale le cambiò la vita per sempre, ma l’ultimo tassello giudiziario scaturito dalla sua triste vicenda è arrivato nei giorni scorsi con la sentenza della corte d’Appello di Firenze.
Uno dei medici che l’ha operata nei giorni successivi all’incidente ora le dovrà pagare 183 mila euro di risarcimento per aver “dimenticato” all’interno della sua testa la punta di metallo della fresa con la quale era intervenuto per sistemare alcuni problemi alla mandibola, al viso e al cranio.
I giudici More, Conti e Caporali hanno stabilito tra l’altro che questo pezzo di metallo si trova in un punto molto delicato ed è quindi impossibile estrarlo senza rischi per la donna che dovrà tenerlo dentro di sé per sempre.
Ora a 52 anni la donna fiorentina avrà anche l’ultimo risarcimento che le spettava dopo i 950 mila euro ricevuti dall’assicurazione per i traumi e le gravissime conseguenze del tremendo incidente stradale in cui era rimasta coinvolta ben 23 anni fa. La donna da allora è infatti rimasta invalida all’80% come certificato dall’Inps.
Tutto ha inizio nel febbraio del 2002 quando la donna, all’epoca 29enne, viene trasportata in codice rosso all’ospedale Careggi di Firenze. La situazione è grave e i medici la sottopongono a diversi interventi chirurgici per salvarle la vita e rimetterla in sesto.
L’ultima operazione spetta al chirurgo maxillo-facciale che dopo un mese interviene per sistemare i problemi al volto e alla testa, deturpati dal violento impatto con un’auto che veniva in senso opposto al suo, durante l’incidente stradale sulla strada che da Siena porta Firenze.
Ma qualcosa va storto e il medico lascia nel cranio della donna la punta di un bisturi particolare, chiamato fresa, senza rendersene conto e richiude tutto. Dopo 8 anni, nel 2010, la donna durante una visita di controllo si accorge di avere in testa un pezzo di metallo e a seguito di ulteriori accertamenti e verifiche viene fuori che si tratta proprio della punta della fresa che era stata usata per la sua ultima operazione nel 2002.
La diagnosi è impietosa, non può essere rimosso, i rischi sarebbero eccessivi. Nel 2018 il Tribunale di Firenze aveva condannato il chirurgo a pagare 25 mila di danni alla sue ex paziente ma i giudici di secondo grado hanno ritenuto incongrua la cifra e stabilito che il medico dovrà pagare 183 mila euro di risarcimento per l’errore commesso.
Per la corte d’Appello fiorentina nel primo grado di giudizio i colleghi non avevano tenuto conto di plurimi fattori: «Appare infatti evidente che lo stato ansioso derivante dalla consapevolezza della presenza di un corpo estraneo nel cranio, ha comunque sicuramente avuto un impatto più dirompente in un soggetto già provato da gravi menomazioni fisiche, a seguito di plurime amputazioni, e gravemente deturpato da estese cicatrici anche al volto, piuttosto che se avesse riguardato un soggetto del tutto sano».
Dopo aver disposto una perizia medico-legale e dopo aver effettuato altre verifiche, i giudici di secondo grado hanno modificato di molto il risarcimento dovuto alla donna che ora a 52 anni avrà anche questo surplus di indennizzo.
(Fonte Corriere Fiorentino)