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Landman la serie tv che ricorda “La bestia umana” di Emile Zola

Lo so, citare Émile Zola per recensire una serie tv Yankee sa di blasfemia ma vorrei mi dedicaste qualche minuto di attenzione per parlarvi dell’ultima fatica di Taylor Sheridan, attore e scrittore di serie tv di successo come Yellowstone e nominato agli Oscar per la sua sceneggiatura di Hell or High water.
Chi come me bazzica il mondo della tv conosce molto bene Sheridan. Le sue tematiche, il suo piglio nostalgico nei confronti dell’America di frontiera e la sua vena tendente al reazionario in contro tendenza rispetto all’onda progressista stile Netflix hanno fatto storcere il naso a molti ma anche conquistato una fetta di appassionati. Yellowstone e i suoi prequel , piacciano o non piacciano, sono allo stesso tempo Noir violento, western e dramma famigliare, abilmente scritti e girati, con una abilità di sceneggiatura invidiabili ai più, soprattutto negli ultimi anni.
Ma la mia provocazione nel titolo cita la bestia umana di Zola a fronte di una serie sul petrolio. Qual è il punto?
La bestia umana, uno dei miei personali preferiti del ciclo Rougon – Macquart, narra la storia del macchinista Lantier e della sua locomotiva della quale lui è ossessionato più di una donna. Lantier è un uomo dalle pulsioni , violente e sessuali, irrefrenabili (probabilmente ereditate dal ramo Maquart ) ed il tragico svolgersi della sua vicenda si alterna alle componenti quasi documentaristiche della locomotiva, altro protagonista de libro che scorre avanti e indietro incessantemente, avanti e indietro senza sosta, implacabile . Un essere di metallo e fumo di cui Lantier è schiavo ed ossessionato.
In Landman, serie disponibile su Paramount plus, non abbiamo locomotive ma abbiamo sicuramente un macchinista. La locomotiva viene sostituita da enormi distese di pozzi petroliferi che si muovono senza sosta, aironi meccanici in funzione giorno e notte che penetrano e pompano la terra per una risorsa di cui il mondo vorrebbe ma non può fare a meno. A guidare questa macchina senza sosta c’è lui Thomas Norris (magistralmente interpretato da Billy Bob Thornton), un direttore dello stabilimento , un faccendiere, un maneggione che nella scena di apertura contratta senza battere ciglio con il cartello messicano, che rimane impassibile davanti alla morte di ingegneri e operai schiacciati, ustionati, menomati dalla macchina petrolifera che senza sosta chiede il suo pegno di sangue per continuare a mungere il nettare nero dalle profondità della terra fino all’ultima goccia (sentirete molto la parola Fracking, cercatela ma sappiate che è una delle cause di molti disastri geologici contemporanei). È Norris il nostro Lantier contemporaneo. Norris è ricco, dirige la bestia con mano ferma, portando avvocati dalla sua parte, ungendo le forze dell’ordine, corrompendo famiglie in lutto, pestando a morte operai in prima persona (ma a dirla tutta quelli se l’erano abbastanza cercata, sarebbe giusto da parlare di etica sul lavoro) e molto altro ancora. Norris è ossessionato dalla sua bestia non conosce altro respira solo pozzi e oro nero cercando di far sì che la macchina non si fermi per far sì che il suo capo e la sua bella moglie (Demi Moore) possano continuare a vivere in una bolla di lusso mentre Norris per praticità divide la sua villa con la il il rozzo capo degli operai Dale (James Jordan) e L’avvocato dell’azienda Nathan (Colm Feore). Tre schiavi del petrolio che vivono di pasti surgelati e interminabili trasferte in auto da un punto all’altro del Texas in un equilibro frenetico che verrà presto rotto dall’altra ossessione di Norris, la sua famiglia.
Norris è talmente schiavo della bestia che decide di mandare il suo primogenito Cooper a lavorare nei pozzi che lui dirige, per farsi le ossa dice. Il povero Cooper senza fare troppi spoiler verrà segnato in maniera indelebili da traumi degni di Niente di nuovo sul fronte occidentale, lontano dalla villa di papà dove a sua insaputa sono venute a viverci la sorella minore Ainsley e l’ex moglie Angela, due prodotti dell’America più superficiale e in totale adorazione del Dio Denaro. Ed è qui che il piglio documentaristico sul mondo del petrolio (un misto fra Thank you for smoking and There will be blood con molto western) si interseca con il dramma famigliare di un uomo incapace di resistere al lavoro e al tempo stesso alla moglie sanguisuga (alla spasmodica ricerca di una spensierata normalità in un contesto che di normale non ha nulla) o alla figlia clamorosamente viziata. Ed un interessante parallelo è proprio fra Ainsley, uscita da una Teen comedy (o un gonzo porn in alcuni momenti) e il fratello Cooper, fra il trattamento dedicato alla figlia femmina e alla necessità di far fare le ossa al figlio maschio. Cooper è tanto schiacciato e distrutto dalla vita quanto Ainsley ne è totalmente incosciente. Cooper è tanto altruista quanto Ainsley è egoista. In una scena magistralmente imbarazzante in cui entrambi sono a tavola sembra evidente che vengano da strati sociali opposti invece che dalla stessa famiglia. E sono queste dinamiche, unite ad un livello di dialoghi degno di No country for old men, che rendono ogni episodio di Landman una splendida esperienza che alterna leggerezza e crudeltà, critica sociale con dramma interiore (quello che ha reso grande l’altrimenti reazionario SEAL TEAM), intrigo deliziosamente noir (ci sono riverberi di Ozark ) con intrigo di potere quasi documentaristico e , Si, le critiche ai personaggi femminili (due già citati su un cast ben nutrito) stereotipati cadono nel vuoto quando ci si prende la briga di analizzare il perché uno come Tommy Cooper possa avere a suo fianco ed essere schiavo di una gold digger come Angela e di conseguenza aver cresciuto una figlia come Ainsley. Tommy Norris è schiavo delle sue pulsioni, del suo lavoro, dei pozzi che pompano incessantemente, della sua insopportabile ex moglie che lo ha lasciato quando c’è stata una crisi di carattere economico e ora torna più agguerrita e umida che mai.
Sarebbe stato facile , cari amici lettori , paragonare Landman a There will be blood, ed estremamente sbagliato. Plainview (Daniel Day Lewis) è il demonio in persona. Un essere di una cattiveria irraggiungibile. Norris è più simile a Prometeo per rimanere in tema dantesco, che dopo aver dato agli uomini il dono del fuoco (o del petrolio) viene incatenato e con un’aquila (le sue pulsioni) a divorargli il fegato per l’eternità.
Se non si fosse ancora capito SERIE CONSIGLIATISSIMA