La ‘ndrangheta si conferma la più pervasiva tra le mafie italiane, la relazione annuale della Dia
La ‘ndrangheta ha una capacità di infiltrazione che le altre mafie al momento non hanno. La relazione annuale della Dia al Parlamento delinea un quadro critico da contrastare con tutte le froze sane del Paese. Non solo repressione ma prevenzione e cultura della legalità contro “puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”, come diceva Paolo Borsellino. Oltre 93 milioni di euro di beni sequestrati e quasi 160 milioni di confische a carico di gruppi mafiosi strutturati: sono alcuni dei dati più significativi contenuti nella relazione 2025 (su dati 2024) della Direzione Investigativa Antimafia (Dia), che documenta l’azione di contrasto alle organizzazioni criminali. Nel corso dell’anno sono state concluse 53 operazioni investigative e sono stati eseguiti 309 provvedimenti restrittivi. In via amministrativa, sono più di 760 le interdittive antimafia emesse dalle prefetture, oltre all’incessante lavoro della Struttura per la prevenzione antimafia del Viminale, dedicata alle grandi opere. Il lavoro investigativo ha riguardato in totale oltre 150mila segnalazioni del sistema Elios (Elaborazioni investigative operazioni sospette), più di 50mila delle quali ritenute potenzialmente attinenti alla criminalità organizzata. Le stesse sono relative a un flusso di oltre 1,3 milioni di operazioni finanziarie sospette, per un giro di denaro che supera i 49 miliardi di euro.
La relazione della Dia mette in evidenza un crescente interesse delle cosche per il controllo delle grandi opere pubbliche e per la gestione delle risorse economiche degli enti locali. Le infiltrazioni non si limitano ai classici settori legati al movimento terra e alle costruzioni: nel mirino finiscono anche aziende ospedaliere e servizi pubblici fondamentali, come la raccolta dei rifiuti. La criminalità organizzata cerca così di condizionare la spesa pubblica e interferire nelle scelte strategiche degli enti locali, trasformando settori vitali in nuovi campi di battaglia per l’accumulazione illecita di capitale e potere.
Secondo la Dia, l’infiltrazione della ‘ndrangheta nel sistema degli appalti pubblici è diventata “sempre più concreta e articolata”, coinvolgendo anche il rilascio di autorizzazioni, licenze e concessioni. Nel 2024 sono stati adottati 208 provvedimenti interdittivi antimafia, dei quali ben 138 sono stati emanati da prefetture al di fuori della Calabria. Questo dato rivela una pervasività della ‘ndrangheta anche in aree storicamente legate ad altre realtà mafiose, come Sicilia, Campania, Puglia, Lazio e Basilicata. Mai abbassare la guardia.