La morte di Francesco e il 25 aprile, in equlibrio tra sobrietà e voglia di un mondo migliore
Domani si celebreranno gli 80 anni della liberazione, ma è anche il giorno in cui sarà chiusa la bara di Francesco prima dei funerali di sabato 26 aprile, e inoltre ci sono i giorni di lutto nazionale. Qualcuno ha provato, dal governo, a mettere insieme le cose, a collegarle, invocando sobrietà. Ora la sobrietà è un concetto bellissimo ma allora perché non adottarlo sempre? Anche e soprattutto nel dialogo politico, nel dibattito sociale, tra di noi, nelle nostre case. Una gaffe a detta di alcuni, un legittimo e doveroso appello a detta di altri. Non si ravvedono motivi per schierarsi dall’una o dall’altra parte perché sono cose che tra di loro non c’entrano niente e tentare di trovare connessioni rischia di mandare in tilt le sinapsi. Il 25 aprile deve essere celebrato nel senso sottolineato da Massimo Cacciari,semmai, cioè come un’attenta riflessione di quelo che è successo in quei giorni terribili e gloriosi allo stesso tempo, e come occasione per studiare e confrontarsi con un periodo storico per un futuro migliore. Poi domani sera alle 20 ci sarà la chiusura della bara di Francesco nella basilica di San Pietro e il giorno dopo i funerali. Poi dal 5 maggio il conclave per eleggere il sucessore di Francesco. Come sempre l’ideale è includere tutto e tutti, e quindi si possono fare tante cose insieme e contemporaneamente. E la sobrietà (il buon senso) cerchiamo di portarla con noi sempre, senza strumentalizzare una delle più belle capacità umane in un contesto fin troppo aggressivo e violento, dai nostri quartieri agli orrori di tutte le guerre del mondo. Si può fare. Grazie.