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La bella e sexy maestra d’asilo alla fine è stata licenziata per le foto osé su OnlyFans

Alla fine Elena Maraga, la maestra della scuola materna parrocchiale trevigiana che pubblica foto su OnlyFans, è stata licenziata. L’ha annunciato lei stessa, ieri sera (22 aprile), ospite negli studi della Zanzara (la trasmissione di Radio24). I tentativi di mediazione non sono serviti. «Mi hanno mandato una raccomandata con scritto licenziamento per giusta causa per comportamento inappropriato perché si è incrinato il rapporto di fiducia, lo trovo ingiusto al cento per cento» ha raccontato ai microfoni di Parenzo e Cruciani.

Il caso era esploso a metà marzo, la polemica era stata molto forte fin da subito, le famiglie ritenevano incongruente il ruolo di educatrice di bimbi così piccoli con le foto «piccanti» sulla piattaforma. «Il padre di un mio alunno ha comprato le mie foto e le ha mandate in giro, condividendole sulla chat del calcetto, poi la moglie lo ha scoperto – si è sfogata Maraga, 29 anni, trevigiana -. Mi piaccio, ho fatto della passione per il mio corpo anche una forma di guadagno, non capisco quale sia il problema. Campare con 1.200 euro al mese è faticoso, ecco perché ho aperto OnlyFans. Faccio contenuti hard ma mai sesso in coppia o con altre persone».
La posizione della scuola.
Per una scuola cattolica, che si trova proprio di fronte alla chiesa del paese, quelle due «vite» non potevano coesistere. «Mi hanno attaccata puntando sul fatto che io abbia ricercato attenzione mediatica. Fare foto compromettenti non ha mai compromesso la mia professionalità nel lavoro – ha continuato Maraga -. La scuola non ha mai voluto parlare con me, hanno sempre agito tramite lettere e mai hanno voluto un dialogo. Mi stupisco di come una scuola cattolica che predica la morale tratti così un dipendente».

La petizione per chiederle di restare.
La giovane, che è anche modella e bodybuilder, ha ricordato in trasmissione che «ci sono 30 genitori che hanno firmato una lettera per tenermi lì». Maraga dice di avere una vera «vocazione» per il lavoro di educatrice, e di voler essere valutata solo per il suo operato. Ma lo stipendio non le bastava: «Non si può campare solo con 1.200 euro, è quello il problema».

La parola passa ai Tribunali.

(Fonte Corriere della Sera)