Esteri

Israele pronta ad entrare a Gaza per occuparla militarmente e per sempre: l’ok degli Usa

Israele alza ancora il tiro ed è pronta ad occupare Gaza. Uno dei peggiori massacri della storia si sta compiendo con l’avallo degli Usa in primis e di molti Paesi che non fanno niente di niente se non proclami e parole. La strategia di Israele per riprendere la Striscia di Gaza è delineata invece: governatorato militare e nuovi insediamenti. Prendere tutto senza perdere il sostegno dell’unico alleato che alla fine conta davvero: gli Stati Uniti di Donald Trump. Occupare interamente Gaza, tornare allo status quo precedente lo smantellamento della quindicina di colonie ebraiche voluto da Ariel Sharon esattamente 20 anni fa, anche a costo della vita della ventina di ostaggi nelle mani di Hamas, che comunque sono sempre stati secondari rispetto al progetto di distruggere totalmente l’organizzazione jihadista ed evitare qualsiasi forma di indipendenza palestinese. Per cercare di entrare nella testa di Benjamin Netanyahu alla vigilia di quella che appare come l’imminente operazione militare per il controllo totale della Striscia di Gaza è utile tornare al 19 gennaio. Allora Bibi, pur obtorto collo, annunciò la tregua con Hamas: gli scambi di prigionieri, l’entrata di aiuti nella Striscia, l’apparente avvio della fine della guerra. Trump aveva ottenuto in «regalo» l’immagine del pacificatore, senza praticamente fare nulla.

 

Uno schiaffo per Joe Biden, che dal 7 di ottobre 2023 aveva continuato a inviare aiuti militari, chiedendo però in cambio ciò che non ha mai ottenuto: la promessa di un progetto generale di pacificazione che comportasse il rilancio del piano di pace elaborato a Oslo nel 1993, che contemplava la nascita di uno Stato palestinese nei territori occupati da Israele sin dalla guerra del 1967. Poi è venuto tutto ciò che sappiamo: il pur confuso e provocatorio piano di «Gaza come resort turistico» annunciato da Trump, che tra l’altro dava la luce verde al «trasferimento» dei gazawi all’estero; seguito dall’intesa tra i due leader sulla guerra contro l’Iran. Netanyahu si è allora sentito rassicurato. Tanto che a metà marzo ha capito che poteva tranquillamente violare unilateralmente la tregua con Hamas e riprendere a bombardare, con nuovi massacri di civili a Gaza, senza che da Trump giungessero condanne troppo dure.

 

(Fonte Corriere della Sera)