Linea Oriente

Israele e il muro ai confini con il Libano e l’offensiva ormai perpetua contro Hezbollah e non solo

Da un articolo della testata The New Arab Staff tradotto da Grazia Parolari, oltre che da immagini circolate in rete, apprendiamo che le forze armate israeliane stanno edificando l’ennesimo muro di contenimento nei pressi del Libano meridionale e nel contempo continuano gli attacchi aerei che coinvolgono anche la popolazione civile nel tentativo di neutralizzare definitivamente Hezbollah, il movimento di resistenza poi diventato partito fondato subito dopo l’occupazione israeliana del 1982. La conferma arriva anche dai media israeliani che parlano di un grande muro di cemento a ridosso delle postazioni dell’IdF che si trovano a circa 2 km. dal confine libanese. Si tratterebbe di una parte di cinque siti ritenuti strategici e occupati da Israele lungo la “Linea Blu”, il confine temporaneo tracciato dall’ONU dopo il ritiro israeliano dal Libano nel 2000. Le forze israeliane avrebbero dovuto ritirarsi dopo il conflitto con Hezbollah del 2024, hanno invece mantenuto le loro posizioni e annunciato che rimarranno fino allo smantellamento completo del partito libanese sostenuto dall’Iran. Da diverse settimane l’aviazione israeliana ha lanciato ondate di raid aerei nel sud del Libano e verso est a ridosso dei confini con la Siria, sostenendo di avere colpito le basi dei combattenti di Hezbollah che starebbero riarmandosi sfruttando il cessate il fuoco, tuttavia dall’entrata in vigore un anno fa le vittime degli attacchi aerei israeliani fra i civili libanesi si contano a centinaia. Attacchi che si sono intensificati la settimana scorsa dopo la ferma opposizione di Hezbollah ai negoziati tra Libano e Israele, sospinti dagli USA. Il presidente libanese Joseph Aoun ha accettato di avere solo colloqui indiretti e Israele non si è mostrata di certo accondiscendente, non vi sono però al momento commenti sulla costruzione del muro da parte del governo libanese. Riguardo Hezbollah, che esce indebolito dal conflitto con Israele, il governo libanese ne aveva intimato il disarmo in cinque fasi, ma il piano elaborato sotto la pressione di USA e Israele è stato rifiutato dal partito. L’UNIFIL, tra i quali anche militari italiani, e l’esercito libanese hanno già iniziato a smantellare le infrastrutture di Hezbollah ma i frequenti attacchi israeliani e l’occupazione della linea di confine rendono difficili le operazioni di bonifica dei siti, cosa che Israele è determinata a portare a termine anche in proprio. Questo atteggiamento da parte israeliana che non offre spazio al negoziato se non per perseguire i propri fini è dimostrato dal fatto che a un mese dalla tregua a Gaza – che non ha lo stesso peso di un cessate il fuoco – continuano indiscriminatamente gli atti di ostili contro la popolazione civile sia nella striscia che in Cisgiordania dove si registrano violenti attacchi ai villaggi palestinesi da parte dei coloni. La rete britannica ITV ha messo in onda un documentario corredato da interviste a militari in forza all’IdF in cui uno di essi afferma che a Gaza “se vuoi sparare senza freni, puoi farlo”. I soldati israeliani intervistati mettono in discussione la versione ufficiale dell’esercito raccontando che nelle operazioni intraprese nella Striscia di Gaza sono praticate regolarmente uccisioni illegali di civili che vengono usati anche come scudi umani durante le ispezioni nei tunnel. “La vita e la morte non sono determinate da procedure o regole. È la coscienza dei comandanti sul campo che decide”. L’IdF ha più volte formalmente smentito queste condotte affermando di operare in conformità ai propri obblighi etici e legali. Ma i fatti sul campo ci suggeriscono tutt’altro.