Israele e Hamas hanno firmato l’accordo, tregua in 24 ore, i familiari degli ostaggi e i gazawi in festa per le strade
La notizia più attesa alla fine è arrivata. Scene di giubilo nella notte a Gaza per il raggiungimento della tregua e di un labile seppur importante accordo tra Hamas e Israele mediato dagli USA. Giornalisti palestinesi sono scesi in strada a Gaza diffondendo la notizia a voce visto che la rete internet risultava oscurata. Firmata la prima bozza di accordo la ratifica del governo Netanyahu dovrebbe arrivare nel tardo pomeriggio. Verso le 17 di oggi si terrà la riunione di gabinetto e l’esercito ha annunciato che inizierà a ritirarsi dopo 24 ore. Il ministro Smotrich ha dichiarato che non firmerà, permangono seri dubbi sulla effettiva volontà israeliana di rispettare tutti gli accordi a causa delle posizioni estremiste dell’ultra destra. Tuttavia l’IdF ha fatto sapere di aver iniziato le prime fasi per il parziale ritiro. Da lunedì inizierà il rilascio dei 20 ostaggi ancora in vita da parte di Hamas che ha dichiarato di non voler fare cerimonie pubbliche durante la consegna come è accaduto in passato. Si registrano alcuni incidenti a Gaza tra Hamas e una fazione rivale, cosa che in frangenti del genere è purtroppo normale. Da un punto di vista politico si tratta di una sconfitta per lo stato ebraico e tuttavia occorre tenere d’occhio l’aspetto militare. Israele non può permettersi una sconfitta strategica, è lecito sospettare che almeno per il momento inizierà a muoversi su gli altri fronti aperti. Già ieri ci sono state incursioni in Cisgiordania, inoltre il primo ministro Netanyahu ha esplicitamente minacciato il Libano dichiarando che farà la fine di Gaza. Forti dell’appoggio statunitense spingono verso soluzioni di forza ma fino a quando? Abbiamo già osservato come gli Stati Uniti si stanno ritirando da tutti i fronti. Devono affrontare una gravissima crisi interna che potrebbe sfociare in qualcosa di più grosso. Entrambe le delegazioni hanno ringraziato il presidente Trump, per questo intestarsi l’accordo sarebbe un punto a favore di un’amministrazione, quella statunitense, che fino ad ora ha mostrato solo la faccia arrogante del potere. Si vedrà.
