L’1% dei bambini in Europa ha un padre biologico diverso da quello che viene registrato all’anagrafe. Il caso Beethoven.Secondo gli studi del genetista Maarten Larmuseau i dati sulla paternità extra-coppia si aggirano intorno all’1% (o inferiore), mentre in Namibia, tra la popolazione degli Himba, quasi un bambino su 2 è nato da un padre diverso da quello atteso.C’è un genetista in Belgio che studia quante persone hanno un padre naturale diverso da quello che è stato registrato alla nascita come loro genitore. Una domanda scomoda, su un tema intimo e delicato, a cui Maarten Larmuseau cerca di dare una risposta. Il genetista lavora all’università KU Leuven ed è specializzato nello studio della frequenza della paternità extra-coppia (Epp), che detto in altre parole è quando una donna ha figli al di fuori della coppia ufficiale. Con la sua ricerca ha scoperto che negli ultimi 500 anni la percentuale di figli nati da padri che non corrispondono a quelli registrati all’anagrafe è vicina all’1%, con picchi nei periodi di grandi cambiamenti sociali. E con la sua attività ha scoperto anche almeno un caso che riguarda un personaggio celebre: Ludwig van Beethoven non è biologicamente imparentato con i suoi discendenti.
Il caso Ludwig van Beethoven
L’indagine su Beethoven non era l’obiettivo principale dello studio. Tutto è partito dalla volontà di Larmuseau e del genealogista Walter Sluydts di verificare l’autenticità di alcune ciocche di capelli attribuite al compositore. Quando hanno testato il dna di Werner van Beethoven e altri discendenti attuali che condividono il cognome con il musicista, hanno scoperto che tutti questi uomini condividono lo stesso cromosoma Y (che, ricordiamo, viene trasmesso solo lungo la linea paterna e quindi è uno strumento chiave per determinare la discendenza biologica maschile), cosa che implica che tutti abbiano come antenato comune nella linea maschile un certo Aert van Beethoven (1535-1609). Ma l’analisi sulle ciocche del famoso compositore non restituisce lo stesso risultato: il cromosoma Y è abbastanza diverso. Le due linee paterne, una dai discendenti viventi e l’altra dal dna dei capelli del compositore, sono separate da migliaia di anni. Questo sarebbe il risultato di un figlio nato da una relazione extra coniugale nella linea paterna diretta di Beethoven. «Attraverso la combinazione di dati del dna e documenti d’archivio, siamo stati in grado di osservare una discrepanza tra la genealogia legale e quella biologica di Ludwig van Beethoven», ha detto Larmuseau. Dai risultati non è chiaro in quale generazione ciò sia avvenuto, ma come si legge su una relazione pubblicata dall’Università di Cambridge nel marzo 2023 «lo studio suggerisce che questo evento si è verificato nella linea paterna diretta tra il concepimento di Hendrik van Beethoven a Kampenhout, in Belgio, nel 1572 circa, e il concepimento di Ludwig van Beethoven sette generazioni dopo, nel 1770, a Bonn, in Germania».
La metodologia
Il genetista Larmuseau usa un metodo che combina registri genealogici storici con test del Dna di persone viventi per scoprire proprio casi del genere risalenti a secoli fa: un lavoro che lo ha reso un pioniere nel campo della genealogia genetica, scrive Andrew Curry su Science in un lungo e dettagliato articolo che racconta gli studi di Larmuseau. Cosa prevede la sua metodologia? Si parte dalla raccolta e la verifica di alberi genealogici che risalgono al 1400, che vengono poi seguiti dall’analisi del cromosoma Y di uomini che, stando ai registri ufficiali, dovrebbero essere imparentati biologicamente tramite il padre. Se non c’è corrispondenza, è la prova di una paternità extra-coppia. Secondo gli studi di Larmuseau, 1 bambino su 100 ha un padre biologico diverso da quello registrato nei documenti, un tasso che però non è fisso negli anni ed è aumentato in alcuni periodi di cambiamenti sociali. Uno di questi è l’urbanizzazione nel XIX secolo, quando le persone lasciarono le campagne per andare a lavorare nelle città: il genetista belga ha scoperto infatti che nei quartieri poveri e affollati delle comunità belghe e olandesi, il tasso di paternità extra-coppia era aumentato fino a circa il 6%. Una circostanza che potrebbe far pensare a una maggior libertà sessuale delle donne, ma come precisa Francesc Calafell, genetista della Pompeu Fabra University che ha collaborato con uno studio di Larmuseau nel 2019, deve invece essere inserito in un contesto in cui la violenza sessuale e la coercizione erano più diffuse proprio per i cambiamenti sociali e quando le donne hanno iniziato a lavorare nelle fabbriche. «Si può fantasticare su un incremento delle relazioni extra-coniugali, ma in molti casi quello che vediamo oggi è il risultato di una realtà molto più oscura», dice Calafell a Science.
Gli studi sulla paternità biologica
Il tema della paternità biologica è stato per decenni, se non centinaia di anni, fortemente sentito: è ampiamente citato e toccato nelle tragedie greche; famosissima è la locuzione latina Mater semper certa, pater nunquam; ne troviamo traccia nella letteratura successiva e persino nell’arte visiva, come il quadro «Celebrating the Birth» di Jan Steen, risalente al 1664, una cui riproduzione si trova nello studio del genetista belga. La tela raffigura un uomo accanto al letto della moglie che ha appena dato alla luce un figlio e più dettagli nel dipinto ironizzano sul fatto che l’uomo non sia il vero padre del bambino: «Mostra che tutti ridono di lui perché non è il vero padre», spiega Larmuseau a Science. «È stato tradito e forse è il solo a non saperlo». Insomma, ci sono prove anche nell’arte che ci è stata tramandata che a lungo il tema della paternità e dell’ipotetica paternità non certa è stato un’ossessione, uno spauracchio, probabilmente per questioni legate all’onore e all’eredità dei padri. Forse anche per questo la ricerca sul tema è stata a lungo impensabile. Già prima di Larmuseau, altri studiosi si erano avventurati sulla questione, ma non vi erano comunque dati solidi: si trattava soltanto di ipotesi. Nel suo libro del 1991 «The Third Chimpanzee: The Evolution and Future of the Human Animal» il biologo Jared Diamond sosteneva che il tasso di adulterio tra gli esseri umani fosse tra il 5 e il 30%.
La ricerca di Larmuseau mostra che i tassi di bambini nati da padri diversi da quelli ufficiali possono variare a seconda delle condizioni sociali e culturali proprie del luogo di nascita. Ad esempio, tra i Dogon del Mali che praticano la religione tradizionale (una popolazione che ha norme sociali e religiose che controllano rigidamente la sessualità femminile), la percentuale di paternità extra coppia è simile a quella dell’Europa occidentale (circa il 2%). Tra gli Himba della Namibia, invece, il tasso di Epp raggiunge il 48%. I padri spesso sono consapevoli della diversa paternità naturale dei loro figli, ma si considerano comunque padri sociali e legali di tutti i bambini delle loro mogli. Queste evidenze portano a riflessioni su come il concetto di paternità possa essere plasmato dalla società e non esclusivamente e automaticamente biologico.
Ma il lavoro di ricerca di Larmuseau non si è fermato a questo: il genetista ha poi esteso i suoi studi più recenti MamaMito al dna mitocondriale per verificare la genealogia materna e capire quindi se quell’1% di discrepanza nella paternità potesse avere altre spiegazioni. E i risultati ottenuti non sono stati che una conferma dei dati precedenti: le discordanze di paternità rilevate erano autentiche e non dovute a scambi di bambini o adozioni segrete.
Le riflessioni
Di fronte a un tema così delicato come la paternità biologica e la potenziale discrepanza con il padre che ha cresciuto un figlio o una figlia ci si potrebbe chiedere a cosa (o a chi) servono queste ricerche. La risposta è ovviamente complessa, ma ci sono delle ragioni molto serie, legate all’identificazione forense o alla medicina genetica, per non trascurare indagini in questo senso. Nonostante il tasso di paternità extra-coppia sia più basso di quello che le credenze popolari hanno sempre riportato, ogni anno milioni di persone scoprono che il loro padre non è quello atteso, con profonde ripercussioni emotive (e per questo Larmuseau offre supporto a coloro che sono turbati dalle scoperte pur legate ad antenati lontani). Questo è uno dei motivi per cui il genetista non fa test tra parenti in vita, nonni o bisnonni, ma sceglie solo match tra discendenti in vita di persone morte anche due-trecento anni fa. Werner van Beethoven ha definito la scoperta di una discrepanza nella linea paterna di Ludwig van Beethoven una «notizia deludente», perché era sempre stato «piuttosto orgoglioso» del suo cognome. Poi con il passare degli anni ha fatto pace con la vicenda. «Ci sono figli illegittimi in ogni famiglia – ha concluso van Beethoven parlando con Science -. Non c’è niente di cui vergognarsi». (Fonte Corriere della Sera)