Curiosity

Il più grande meteorite marziano sulla Terra venduto all’asta per 4 milioni e mezzo di euro

È il più grande pezzo di Marte esistente sulla Terra: si chiama NWA 16788, è un meteorite di 24,67 chili che è stato trovato in Niger, nel deserto del Sahara, nel 2023. Espulso dal “pianeta rosso” dopo l’impatto con un enorme asteroide, ha viaggiato per 140 milioni di chilometri nello spazio e ha attraversato l’atmosfera terrestre prima di precipitare nel deserto africano, nella regione di Agadez, dove è stato rintracciato da un cacciatore di meteoriti.

Acquistato da un importante gallerista italiano, è stato studiato dal gruppo di ricerca guidato da Giovanni Pratesi, docente di Mineralogia del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze. Messo all’asta da Sotheby’s mercoledì 16 luglio, è stato venduto per 5 milioni e 296mila di dollari. Ovvero oltre 4 milioni e mezzo di euro.

Due pezzi di questo raro esemplare rimangono comunque all’Ateneo Fiorentino come campioni tipo a disposizione della comunità scientifica italiana e internazionale. «NWA 16788 – spiega Pratesi – si è originato dalla fusione parziale di una sorgente di mantello marziano arricchito ed è caratterizzato da una struttura a grana grossa composta principalmente da pirosseno, maskelynite (vetro formatosi dall’impatto con l’asteroide) e olivina. L’origine del meteorite è stata convalidata nel 2025 dal Meteoritical Bulletin. Gli studi attuali e futuri su questo reperto eccezionale, che rappresenta il 6,5% di tutto il materiale marziano attualmente conosciuto, potrebbero portare a una revisione del sistema di classificazione dei meteoriti marziani».

Il meteorite è stato oggetto di due ricerche pubblicate dal team dell’Ateneo fiorentino – su “Heritage” e su “Lunar and Planetary Science Conference” – che hanno visto protagonisti, accanto a Pratesi, Annarita Franza e Xhonatan Shehaj. I lavori sono stati condotti nell’ambito del Progetto Space It Up, partenariato esteso che si avvale del finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana e del Ministero dell’Università e della Ricerca, e a cui l’Ateneo fiorentino partecipa, insieme ad altre università, enti di ricerca e industrie, per affrontare le maggiori sfide scientifiche e tecnologiche nel campo dell’esplorazione spaziale.

(Fonte Corriere Fiorentino)