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Il “palazzo-città” in Cina, dove vivono 20 mila persone, prima c’erano baraccopoli

In Cina il mega-condominio grande come una città: ci vivono 20 mila persone (che possono non uscire mai). Un vero e proprio palazzo-città. Sorge a a Qianjiang Century City, il quartiere centrale di Hangzhou, una megalopoli da 11 milioni di abitanti, come sbagliarsi. Si chiama Regent International Apartment Complex e rappresenta il più grande esperimento di convivenza collettiva che la Cina abbia mai realizzato (qui alcuni video che circolano su Youtube). Possiamo definirlo la massima espressione dell’urbanizzazione di massa costruita da Pechino negli ultimi 40 anni. E’ un grattacielo in cui vivono, al momento, 20 mila persone. Nato in pochi mesi dalle ceneri di baraccopoli buttate giù dalle ruspe, secondo l’architettura classica immaginata dal dirigismo di Xi Jinping.

Con edifici tra loro uniti per accorgimenti progressivi fino a partorirne uno tra il distopico e l’iconico. Posizionato sul segmento lusso, dunque attrae professionisti e manager, ma è sorto in una della aree più misere della città. Un modus operandi tipico della Cina post-capitalista che ha cambiato il mondo dal 1980 ad oggi (avevamo raccontato questo modello in un lungo reportage da Yiwu, il negozio del pianeta a un’ora a mezza da Shanghai, da cui partono navi container verso il mondo).
«L’edificio più sostenibile al mondo».
L’edificio è stato inaugurato nel 2013 ed è stato progettato da Alicia Loo, capo progettista del secondo hotel a sette stelle nel mondo, il Singapore Sands. Sembra sia frequentato principalmente da professionisti, laureati o studenti vicini al conseguimento del titolo. Secondo un articolo dell’agenzia di stampa cinese Sina, gli appartamenti più piccoli e senza finestre vengono solitamente affittati a circa 1.500 Renmimbi (191 euro) al mese. Le unità più grandi, provviste di balconi, possono essere affittate fino a 4.000 RMB (509 euro) al mese.
Grazie alla perfetta fusione di spazi residenziali, commerciali e ricreativi, alcuni lo hanno addirittura descritto come «l’edificio più sostenibile al mondo». Presenta delle somiglianze con la remota città di Whittier in Alaska, dove i 272 residenti vivono nella stessa torre di 14 piani. E con un enorme grattacielo in Venezuela, noto come Torre di David, che è diventato la casa di migliaia di persone che non avevano nessun altro posto dove andare.

Sono residenze di lusso.
Inizialmente progettato come hotel, questa colossale struttura è stata trasformata in migliaia di appartamenti residenziali di lusso, dunque non alla portata di chi fugge dalla miseria. Ha una forma ad S, può ospitare fino a 30 mila residenti, ma attualmente il numero è inferiore. E’ alto 204 metri. Distribuito sui suoi 36-39 piani, a seconda del lato in cui ci si trova, al suo interno si trovano una varietà di servizi e attività commerciali, proprio come in qualsiasi città. C’è un’enorme area ristorazione, oltre a piscine, barbieri, centri estetici, supermercati, un ospedale e vari bar. Con tutto letteralmente a portata di mano, non ci sono molte ragioni per cui la gente debba uscire dall’edificio. È molto probabile che alcuni, infatti, non lo facciano mai.
D’altronde la stessa Hangzhou si è arricchita negli anni di una selva di grattacieli che ora colorano la megalopoli asiatica, il suo distretto finanziario, le auto incolonnate per chilometri, i casermoni popolari con vista autostrade e tangenziali, lo shopping compulsivo nei centri commerciali. E’ meta per molti cinesi, vanto ed orgoglio di chi, qui, si è sottratto alla povertà arrivando dalle campagne. Per certi versi somiglia molto a Shenzhen, di cui avevamo scritto qui, che nata come zona economica speciale nei primi anni ‘80 e deve tutto a Deng Xiaoping, la cui gigantografia si staglia imponente.

(Fonte Corriere della Sera)