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Il mondo tra vent’anni? Sempre più turbolento e frammentato

Come sarà il mondo tra vent’anni?La previsione più realistica è che tra 20 anni il mondo sarà sempre più frammentato e turbolento.

Ogni quattro anni il National Intelligence Council americano produce un report sul futuro del mondo: per decenni la traiettoria dello sviluppo é dipesa dall’economia delle risorse naturali, quest’anno è dominata dalla tecnologia e soprattutto dalla sua funzione sociale. Gli sviluppi del digitale ci uniranno o ci divideranno, come accaduto per le ultime due elezioni USA?

Le principali tendenze nel rapporto del governo degli Stati Uniti sono negative:

“È probabile che le sfide globali condivise – inclusi i cambiamenti climatici, le malattie, le crisi finanziarie e le interruzioni tecnologiche – si manifestino più frequentemente e intensamente in quasi ogni regione e paese” commenta Bryan Walsh di Axios.

Molti degli scenari anticipano crisi già previste da altre analisi: gli Stati Uniti competeranno con la Cina per la leadership globale, mentre i cittadini delle democrazie e delle autocrazie diventeranno più insoddisfatti dei loro leader.

Tendenze preoccupanti emergono anche dai dati demografici: nei prossimi 20 anni, i paesi più ricchi invecchieranno e in alcuni casi le loro popolazioni si ridurranno, mentre la popolazione continuerà a crescere nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. L’Italia e il Giappone sono paesi ad alto rischio da questo punto di vista, con un possibile collasso dei sistemi previdenziali e pensionistici già negli anni ’40.

La crescita di una popolazione giovane e spesso non educata nei paesi poveri produrrà “enormi tensioni su infrastrutture, istruzione e sanità” nelle megalopoli del sud del mondo, che dovranno in contemporanea affrontare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico. Molte delle città sovrappopolate sono sul livello del mare e nei prossimi due decenni vedranno un’erosione dei terreni edificabili.

Nel breve periodo le minacce maggiori sono di diversa natura: un’invasione cinese di Taiwan, che imporrebbe al mondo occidentale di riconoscere la minaccia dell’autocrazia Cinese senza poter giocare con le parole, una pandemia peggiore di quella del COVID, o un balzo in avanti verso la vera intelligenza artificiale.

In conclusione, la risorsa più scarsa nei decenni a venire non sarà il petrolio, e nemmeno i metalli delle terre rare fondamentali per i chip, ma la fiducia sociale.