Il governo Meloni mina la democrazia in Europa, impietoso il risultato del report 2025 di “The Guardian” su leggi e libertà
“L’Italia è uno dei cinque Paesi insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia che stanno minando sistematicamente e intenzionalmente la democrazia in Europa in quasi ogni aspetto”. No, sfortunatamente non è un titolo di Repubblica o un discorso allarmistico dell’opposizione, ma una vera e propria sentenza scritta nero su bianco nel neo rapporto internazionale di mille pagine dal titolo “Liberties Rule of Law Report 2025” pubblicato dal quotidiano britannico indipendente “The Guardian”. Secondo questo studio condotto da Civil Liberties Union for Europe infatti, il governo italiano “ha minato profondamente lo stato di diritto con modifiche al sistema giudiziario e ha mostrato una forte intolleranza verso le critiche dei media, rappresentando un esempio emblematico della recessione democratica che sta colpendo l’Europa”. Nel primo caso il rapporto accusa l’attuale maggioranza di aver logorato il bilanciamento tra i poteri dello stato, e nello specifico tra quello esecutivo e legislativo, attraverso l’uso smodato e ingiustificato di decreti legge (79 varati, di cui 67 convertiti in legge), ma anche di aver consentito al Ministero della Giustizia di esercitare “poteri illimitati” sui pubblici ministeri favorendo in tal modo un maggiore controllo politico sulla magistratura attraverso riforme “che promuovono un approccio autoritario ed estremamente punitivo, rappresentando un pericolo per la separazione dei poteri, principio essenziale per garantire una democrazia sana”. Sono stati peraltro elencati tutti gli indecenti attacchi pubblici del governo ai giudici, costretti in molti casi a chiedere la scorta come nel caso di Silvia Albano, o addirittura a rassegnare le dimissioni come Iolanda Apostolico, entrambe coinvolte in processi legati ai migranti.
L’altra principale denuncia dell’inchiesta riguarda l’interferenza crescente del governo italiano nei media pubblici, segno di “una crescente intolleranza alle critiche che sta seriamente minacciando la libertà di stampa nel Paese”. In tutto sono stati contestati ben 130 attacchi avvenuti tra il gennaio e il novembre 2024 contro i nostri giornalisti, cifra record che ci ha fatto guadagnare addirittura il primo posto tra i paesi europei per numero di aggressioni, censure e cause legali strategiche. Fra i casi più eclatanti citati vi è il vergognoso bavaglio Rai imposto al monologo sull’antifascismo di Antonio Scurati e il conseguente ridimensionamento della giornalista Serena Bortone che aveva denunciato sui social la scelta illiberale dei vertici a sua insaputa.
Secondo Balazs Denes, direttore esecutivo di Liberties, “la crescente influenza dell’estrema destra – di cui è principale esponente l’Italia di Meloni – minaccia l’unità dell’Ue, mentre la guerra della Russia in Ucraina e il rapido mutamento dei legami transatlantici mettono alla prova la resilienza del blocco. Per salvaguardare l’Ue e l’ordine mondiale basato sulle regole, la Commissione Europea deve rafforzare l’applicazione dello Stato di diritto, collegandola direttamente all’Articolo 7, alla condizionalità di bilancio e ai procedimenti di infrazione.”