“Il giudice applica la legge ma poi ci si può interrogare se una norma, una procedura, può essere modificata”
Un commento dell’editore di FungoMag, Michele Sarti Magi, sulle vicende giudiziarie seguite alla morte della giovane Valentina Tolomei.
“Revocare i domiciliari è stato eseguire la legge, ma la legge non è sacra. La storia ce lo insegna e Valentina chiede giustizia. Quando ieri sono stati revocati i domiciliari al 29enne che ha investito e ucciso Valentina Tolomei, la mia reazione è stata “senza parole”. Il giudice ha fatto ciò che doveva: ha applicato la legge. E per questo non posso, non voglio e non devo muovere alcuna critica personale. In uno Stato di diritto, il giudice applica le norme. Non è un arbitro di emozioni, ma un esecutore della legge. Eppure, la legge, la Giurisprudenza – proprio perché è opera degli uomini – non è sacra. Non è immutabile. Non è intoccabile. La si può applicare, certo, ma anche discutere. Valutare. Criticare. Con rispetto, ma anche con onestà. È per questo che, di fronte alla decisione di togliere i domiciliari al giovane che ha investito e ucciso Valentina Tolomei, ho scritto – d’istinto – di essere senza parole. Perché davvero, in quel momento, non ne avevo. E ancora adesso, scrivendo, faccio fatica a trovarle. Parliamo di un ragazzo che, secondo gli inquirenti, è risultato positivo ad alcol e droga ben oltre i limiti di legge, alla guida di un’auto che, sempre secondo gli inquirenti, andava a una velocità incompatibile con la vita. Valentina aveva solo diciassette anni. Oggi non c’è più. E la sua famiglia, distrutta, deve accettare che chi ha causato tutto questo torni a casa, con obbligo di dimora ma con la possibilità di uscire per andare a lavorare, e muoversi accompagnato, per poi rientrare a casa entro le 20 e restarci fino alle 6 del mattino”.
“Però, sì, il giudice ha fatto ciò che la legge prevede. E solo così poteva e doveva fare. Ma proprio per questo, è sulla legge che dobbiamo interrogarci. Perché, se una norma, una procedura, un impianto giuridico porta a una decisione che lascia attoniti cittadini, famiglie, comunità intere, allora quella norma va guardata in faccia. E discussa. E magari, cambiata. Non parlo di vendetta. Lungi da me. Nessuno dovrebbe volerla. Lo Stato non può essere artigiano di violenza. Parlo di senso, di equità, di giustizia reale, non solo formale. Che messaggio stiamo dando? Qui mi sorge la domanda, il dubbio, la bocca storta, la smorfia emotiva. Qui mi interrogo, e mi chiedo ma davvero?”.
“Come testata, FungoMag ha scelto di raccontare questa storia mettendo l’umanità al centro. Non abbiamo pubblicato il nome del giovane coinvolto. Non per protezione, ma per rispetto, e civiltà. Noi stessi non siamo artigiani di violenza, non possiamo essere miccia di altro odio, dolore. Noi abbiamo rispetto, ma il rispetto non può diventare silenzio. E non deve diventare indifferenza. Mai. Mai, ripetiamolo. MAI. Questo editoriale non è contro qualcuno. È per qualcosa, una riflessione, un punto di vista. La legge non è sacra. Il giudice la applica, come deve fare. Ma poi è valutabile, apprezzabile, criticabile. E allora che sia una giustizia che tenga conto del dolore, che riconosca la vita spezzata, che sia davvero, fino in fondo, Giusta. Alla famiglia di Valentina, va la nostra vicinanza. Il vostro dolore è il nostro sconcerto. La vostra voce, oggi, è anche la nostra”.