Cronaca

I genitori di Filippo donano gli organi del figlio ucciso in una rissa in Calabria, 5 arresti

Una rissa scoppiata per futili motivi si è trasformata in tragedia. Filippo Verterame, 22 anni, non ce l’ha fatta: è morto questa mattina all’ospedale di Catanzaro dopo due giorni di agonia. Il giovane era stato ferito gravemente alla gola durante lo scontro tra due famiglie avvenuto in un lido di Le Cannella. Le indagini dei carabinieri hanno portato all’arresto di cinque persone: Francesco e Antonio Paparo, di 59 e 40 anni, trasferiti in carcere dopo le cure ricevute all’ospedale civile di Crotone, e Giuseppe Paparo (39), Giuseppe Verterame (57) e Alessandro Bianco (44), tuttora piantonati in ospedale. Sul loro futuro giudiziario peserà ora la decisione del sostituto procuratore Pasquale Festa, che dovrà individuare chi abbia inferto il colpo mortale a Filippo.

Secondo le prime ricostruzioni, tutto sarebbe nato da una lite banale: la polvere sollevata dall’auto di Filippo lungo una strada sterrata avrebbe irritato alcuni presenti. Da lì, l’escalation di violenza: calci, pugni, bastonate, fino a quando un coltello ha posto fine alla vita del ragazzo. In questa vicenda drammatica emerge però un gesto di straordinaria generosità. La famiglia di Filippo ha acconsentito alla donazione degli organi, trasformando un dolore indicibile in un atto d’amore capace di salvare altre vite. Mentre il magistrato ha disposto l’autopsia per chiarire le responsabilità penali, il cuore e gli organi del giovane continueranno a vivere in altri corpi, restituendo speranza a chi da tempo attendeva un trapianto.

Un destino spezzato troppo presto, quello di Filippo, che la madre Angela Giaquinta aveva difeso pubblicamente poche ore prima del decesso: «Mio figlio non è un teppistello, ma un ragazzo perbene – aveva scritto sui social – che da tre anni si dedicava ai più fragili gestendo il lido On The Beach, il primo lido inclusivo di Le Cannella. Un progetto di cui era profondamente orgoglioso». Oggi, accanto alla rabbia e al dolore, resta il ricordo di un giovane impegnato nel sociale e la forza di una famiglia che, con una scelta difficile ma certamente nobile.