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“Giornata mondiale senza tabacco”: alzare il prezzo di tutti i prodotti per far diminuire i consumatori

«Prodotti brillanti. Intenzioni oscure. Smascherare il fascino». Lo slogan scelto quest’anno per la Giornata Mondiale Senza Tabacco, il 31 maggio prossimo, dall’Organizzazione mondiale di Sanità, punta direttamente il dito contro le multinazionali che hanno moltiplicato i prodotti sul mercato, minacciando soprattutto i ragazzi. «Con gusti sempre più attraenti e tenendo i pericoli ben nascosti, l’industria punta ai suoi profitti con una vergognosa manipolazione dei nostri bambini – si legge sul sito dell’Oms -. Ogni giorno le aziende utilizzano prodotti attentamente studiati e tattiche ingannevoli per fare presa su una nuova generazione di consumatori e per mantenere la dipendenza di chi già ne fa uso».
Le prove stanno nei numeri che l’Oms ha messo in evidenza in occasione della Giornata 2025, che si celebra come sempre il 31 maggio: circa 37milioni di bambini fra i 13 e i 15 anni nel mondo fanno già uso di tabacco e in molti Paesi il numero di utilizzatori di e-cigarette giovani supera già quello degli adulti. Esistono oltre 16mila aromi differenti, pensati soprattutto per attrarre i ragazzini e rendere più piacevole il sapore dei vari prodotti da fumo. E, ancora: i contenuti di marketing che promuovono sui social media l’uso di e-cig, sacchetti di nicotina e prodotti da tabacco riscaldato sono stati visualizzati oltre 3,4 miliardi di volte.

Sos adolescenti
Problemi già evidenti anche in Italia, come emergeva dal rapporto annuale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per il 2024. Nel nostro Paese la maggioranza degli adulti (59%) non fuma o ha smesso di fumare (17%), ma un connazionale su quattro tra i 18 e i 69 anni è fumatore, percentuale che aumenta tra i giovani: un ragazzo su tre (30,2%) tra i 14 e i 17 anni usa almeno un prodotto tra sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato; ed è raddoppiato il policonsumo, cioè l’utilizzo contemporaneo di diversi prodotti.
Gli adolescenti fumano o svapano di tutto, nonostante sia vietato: sigarette «classiche», tabacco sfuso da rollare, e-cig o prodotti a tabacco riscaldato. A cui si è aggiunta, di recente, un’altra pericolosa moda: quella dei sacchettini di nicotina (tipo snus) che si consumano mettendoli sulle gengive. Anche se non hanno l’età legale per potersi comprare le sigarette, i ragazzini riescono a procurarsi ciò che desiderano senza grandi difficoltà, mischiando un po’ di tutto.
«I dati dell’Iss evidenziano che il primo contatto con la nicotina avviene tra i 13 anni e mezzo e i 14 anni e mezzo – sottolinea Giulia Veronesi, membro del Comitato di Lotta al Fumo di Fondazione Umberto Veronesi ETS -. Più di un terzo degli studenti tra 14 e 17enni che assumono nicotina utilizza uno dei prodotti disponibili sul mercato, una quota consistente li usa tutti. E fumano soprattutto nel weekend. Aumentare il prezzo del tabacco sarebbe un deterrente decisivo per scoraggiare il consumo fra i giovani e non solo. Una mossa strategica considerata la più efficace per ridurre il numero dei fumatori dall’Oms: se la spesa sale, i tabagisti diminuiscono.

Tasse più alte sul tabacco in Italia.
Così, in occasione della Giornata Mondiale, Fondazione Veronesi e l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) uniscono voce e sforzi per richiamare l’attenzione su una delle misure più efficaci nella lotta al tabagismo: l’aumento delle tasse sul tabacco. I dati provenienti da Francia e Irlanda raccolti e analizzati dal Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) di SDA Bocconi School of Management e una nuova indagine condotta da AstraRicerche su richiesta di Fondazione Veronesi, dimostrano che aumentare la tassazione sul tabacco è una misura fondamentale, efficace e largamente accettata.
Nel 2021 e poi nuovamente a febbraio 2024, Fondazione Umberto Veronesi ha presentato una petizione al Parlamento, chiedendo un rialzo del prezzo di tutti i prodotti a base di tabacco tramite la rimodulazione delle accise. Un aumento sostanziale, senza timidezze e il più tempestivo possibile, richiesto anche da Aiom: «Il tabacco è la principale causa prevenibile di malattia e morte nel mondo – ricorda Francesco Perrone, presidente Aiom -. L’Oms stima 8 milioni di decessi all’anno, di cui 1,2 milioni di non fumatori esposti al fumo passivo. In Europa, si contano circa 700mila morti l’anno attribuibili al tabacco, delle quali oltre 90mia in Italia, quasi la metà per tumori».
«L’Italia è rimasta indietro nella politica di lotta al tabagismo nel panorama internazionale secondo i criteri dell’Oms – aggiunge Giulia Veronesi, direttore della Chirurgia Toracica Ospedale San Raffaele di Milano -. Le evidenze ci sono e sono chiare: alzare le tasse sul tabacco significa ridurre i consumi e prevenire malattie e decessi evitabili, oltre a liberare risorse utili per il Sistema Sanitario Nazionale».

L’esempio di Francia e Irlanda: sale il prezzo, calano i fumatori.
Mentre in Italia il prezzo medio di un pacchetto da 20 sigarette supera di poco i 5 euro, con incrementi minimi negli ultimi anni, in Francia è passato da 7,05 euro nel 2017 a quasi 11 euro nel 2023, con l’obiettivo di arrivare a 13 euro entro il 2027. In parallelo, si è verificato un calo significativo del consumo di tabacco, soprattutto tra i giovani: in soli 5 anni, tra il 2017 e il 2022, la quota di fumatori quotidiani tra i diciassettenni francesi è scesa dal 25,1% al 15,6%. In Irlanda, dove in seguito a una politica di aumenti intrapresa nel 2015 un pacchetto costa oggi oltre 15 euro, la percentuale di fumatori è scesa dal 23% al 18% tra il 2015 e il 2021.
«Francia e Irlanda hanno adottato strategie fiscali ambiziose per contrastare il tabagismo, con prezzi delle sigarette tra i più alti in Europa – spiega Amelia Compagni, Direttrice del Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) di SDA Bocconi School of Management, e Professoressa Associata presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi -. Negli ultimi anni, entrambi i Paesi hanno ottenuto riduzioni significative nel consumo di prodotti del tabacco, controbilanciate però da un aumento nell’utilizzo delle sigarette elettroniche. Serve quindi una politica fiscale guidata da obiettivi di salute pubblica, e integrata da misure di educazione, prevenzione e trattamento, per creare la prima generazione libera dal tabacco».

Il 60% degli italiani favorevole a raddoppiare il prezzo
Secondo l’indagine AstraRicerche su un campione rappresentativo di oltre mille adulti italiani (18-65 anni), più della metà degli italiani riconosce che una tassazione più elevata sul tabacco aiuta a prevenire l’iniziazione, ridurre il consumo e favorire la cessazione.
Il 60% degli intervistati si dichiara favorevole a un aumento deciso delle tasse, che punti almeno a raddoppiare il prezzo del pacchetto, portandolo a 11-12 euro o più in un breve lasso di tempo, come già avviene in altri Paesi europei. Solo il 20% sarebbe sfavorevole. Queste percentuali non cambiano se la misura includesse anche le sigarette elettroniche.
Inoltre, se il prezzo del pacchetto di sigarette raddoppiasse, quasi un terzo delle persone dichiara che smetterebbe, mentre un altro terzo calerebbe i consumi: al contempo, non aumenterebbe la propensione all’acquisto di tabacco da fonti illegali come il contrabbando.
Gli italiani chiedono anche un impiego mirato delle risorse fiscali raccolte: la maggioranza vorrebbe destinarle a educazione scolastica, prevenzione delle malattie fumo-correlate e servizi di disassuefazione dal fumo. L’esperienza internazionale e l’opinione pubblica convergono su un punto chiave: è urgente adottare una strategia integrata che combini leva fiscale, educazione, campagne informative, rispetto dei divieti, monitoraggio del mercato e supporto per chi vuole smettere.

Tabacco tra le cause di 25 malattie.
Si stima che i costi diretti e indiretti dovuti al tabagismo tocchino i 26 miliardi di euro l’anno nel nostro Paese. A cominciare dai quasi due miliardi che vengono spesi ogni anno per i ricoveri di chi si ammala a causa del fumo, soprattutto di cardiopatia ischemica, ictus e cancro ai polmoni (le tre patologie in cima alla triste classifica).
Così, oltre al costo elevato in vite umane, il fumo comporta enormi spese anche per il Servizio Sanitario Nazionale.
Il tabacco, del resto, è fra le cause scientificamente certe di 25 diverse malattie, tra cui molti tipi di cancro (cavità nasali, bocca, faringe, laringe, esofago, stomaco, fegato, colon, pancreas, rene, uretere, ovaio, cervice uterina, leucemia mieloide). In particolare al tabacco si deve ben il 70% dei casi di tumore della vescica e quello del polmone sarebbe una malattia rara se non si fumasse, visto che circa l’85% delle persone colpite da questa patologia è o è stato un fumatore.
«Agli stili di vita scorretti, e tra questi prima di tutto il fumo di sigaretta, si attribuisce circa il 40% delle diagnosi di cancro, che in Italia si stimano nell’ordine di 390mila all’anno, oltre 1000 al giorno – conclude Perrone -. Per questo motivo Aiom si è schierata a favore della campagna per ottenere dal Governo un drastico aumento delle accise sul tabacco, con innegabili vantaggi per la salute dei cittadini e con notevoli risparmi per il Ssn a cui si potrebbero anche destinare i ricavi derivanti dall’aumento delle accise».

(Fonte Corriere della Sera)