Linea Oriente

Gaza, la storia di un territorio distrutto e ricostruito più volte nei secoli fino ad oggi

“Così parla il Signore: Per tre misfatti di Gaza, anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza, perché hanno deportato intere popolazioni per metterle in mano a Edom. Io manderò dentro le mura di Gaza un fuoco che ne divorerà i palazzi. Sterminerò ogni abitante da Asdod e colui che tiene lo scettro da Ascalon; rivolgerò la mano contro Ecron e il resto dei Filistei perirà», dice il Signore, Dio”. Ancora una volta con il prezioso aiuto di fonti encicloperiche cercheremo di fare il punto su Gaza. Governata fin dai tempi antichi da luogotenenti dei faraoni egizi venne conquistata dai Filistei e rimase indipendente fino all’entrata dei Macedoni di Alessandro Magno nel 332 a.C. Distrutta nel 94 a.C. e ricostruita nel 54 a.C. fu caposaldo della cultura ellenistica, mentre con l’avvento del cristianesimo nel V-VI sec. nacque la scuola di retorica ed esegesi. Nel 634 venne espugnata dagli Arabi divenendo un importante centro musulmano. Nel XII sec. fu contesa tra Saraceni e crociati poi fu governata dai Turchi dalla fine del XV sec. fino alla Prima guerra mondiale. Nel 1917 vi entrarono le truppe di sua maestà britannica e Gaza fra il 1922 e il 1948 fu sotto l’amministrazione britannica come l’intera Palestina. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948 – 1949 venne occupata dai soldati egiziani insieme alla fascia costiera denominata Striscia di Gaza. Questo fino al 1967 quando venne conquistata dall’esercito israeliano nella guerra dei Sei giorni. Nel 1993 in relazione agli accordi di Oslo venne assegnata alla neocostituita Autorità Nazionale Palestinese. Il momento sembrava propizio per arrivare finalmente alla formula dei due stati ma fu vanificato dai continui insediamenti coloniali israeliani e da atti di terrorismo attribuiti ad Hamas. Nei primi anni del 2000 la situazione economica dei residenti di Gaza si fece stringente a causa delle continue chiusure del governo israeliano nei confronti dei frontalieri che lavoravano in Israele. Nel 2005 con una decisione unilaterale Ariel Sharon decise di smantellare le colonie ebraiche nella Striscia di Gaza che passava formalmente sotto l’amministrazione dell’ANP ma di fatto Israele ne conservò il controllo. Nel 2006 Hamas vinse le elezioni in Cisgiordania e a Gaza, preludio al declino di al-Fatàh: ne seguirono una nuova offensiva verso lo stato ebraico proclamata da Hamas che l’anno successivo costrinse al-Fatàh ad abbandonare i territori e cedere il potere dopo una dura battaglia campale. La Cisgiordania e Gaza, che non riconosceva più l’autorita nazionale palestinese, risultavano così politicamente divise mentre continuavano le operazioni militari israeliane. Hezbollah e l’Iran si fecero avanti soprattutto con forniture militari appoggiando il nuovo partito che controllava Gaza. Verso la fine del 2008 la tensione destinata a salire culminò in un ennesimo confronto: nel gennaio del 2009 dopo l’operazione “Piombo Fuso” da parte delle forze israeliane Gaza era un cumulo di macerie. Nel 2011 Ḥamas e al-Fatàh firmarono un accordo di riconciliazione, tuttavia la posizione di forza restava ad Hamas che era riuscito a condurre importanti trattative con il governo israeliano che portarono alla liberazione di centinaia di prigionieri politici. Verso la fine del 2012 una nuova recrudescenza delle ostilità spinsero Israele a intraprendere l’operazione “Colonna di nuvola” con attacchi aerei che decapitarono l’ala militare di Hamas mentre continuava la pioggia di razzi sulle città israeliane. Tra il 2014 e il 2015 venne tentato un accordo tra le fazioni palestinesi per procedere a regolari elezioni funestato da nuove violenze che interessarono anche la città di Gerusalemme; tuttavia verso la fine del 2017 l’accordo tra Hamas e ANP venne raggiunto. Nel maggio 2021 il conflitto si riaccese violentemente: venne siglata una fragile tregua alternata a momenti di grave tensione così come nei due anni successivi. Il 7 ottobre 2023 l’offensiva in grande stile di Hamas (gravi dubbi ricadono sulla operatività del Mossad) provocò la spropositata reazione israeliana a cui sono seguite l’assedio, la distruzione, l’occupazione di Gaza e la deportazione e lo sterminio della popolazione civile che continuano fino a oggi.