Donne che muoiono troppo spesso per mano di chi dice di amarle. Sono già 12 dall’inizio dell’anno i femminicidi in Italia. Non se ne può più di queste assurde tragedie ed è un problema enorme che riguarda soprattutto gli uomini. Forze dell’ordine e magistratura fanno la loro parte, insieme ad altri servizi istuzionali sia nel campo della prevenzione sia nel campo della repressione. Ma non basta. Occorre un’inversione culturale sulla violenza di genere. Una vera e propria rivoluzione sociale. Solo negli ultimi due giorni l’Italia è stata scossa dalla notizia dei femminicidi di due ragazze, Sara e Ilaria, uccise ancora una volta da uomini incapaci di gestire il rifiuto. Le associazioni femministe continuano a denunciare l’urgenza di un’educazione affettiva e sessuale nelle scuole.La necessità dell’educazione affettiva e sessuale
Ma il vero campo su cui concentrare gli sforzi è quello della prevenzione e dell’educazione affettiva e sessuale, per intercettare un crescente atteggiamento aggressivo e violento anche tra i giovani e i giovanissimi.
“Lo denunciano da anni esperti e associazioni femministe, che criticano il governo per l’approccio esclusivamente punitivo e l’opposizione a qualsiasi intervento sul tessuto socio-culturale, specialmente nelle scuole”, scrive Euronews.
Come ha riportato il quotidiano “Domani”, a febbraio 2025 una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre l’educazione sentimentale nelle scuole italiane ha superato le 50mila firme necessarie per l’esame parlamentare.
La proposta prevede l’inserimento nel programma scolastico di 33 ore annue dedicate all’insegnamento di competenze emotive e relazionali, con l’obiettivo di fornire a studenti e studentesse gli strumenti necessari per gestire le proprie emozioni, comprendere quelle altrui e costruire relazioni rispettose.
La ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha di recente sostenuto che i programmi di educazione sessuale non abbiano effetti sul numero di femminicidi, nonostante due report dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di Unesco suggeriscano il contrario. La ministra ha poi fatto appello all’opposizione affinché appoggi il disegno di legge. “I fatti di questi ultimi giorni confermano che è battaglia prioritaria, e come tale, l’abbiamo affrontata dal primo giorno”, ha detto Roccella all’Ansa. E poi oltre ai femminicidi ci sono tutte le violenze subite dalle donne. Insomma l’urgenza c’è e riguarda tutti. Questo abominio deve finire.